Energia, record di carbone bruciato per l’Italia: +57% a ottobre | DATI

Energia, in Italia centrali a carbone al massimo della produzione per salvare l'inverno. I dati forniti da Terna e le parole del ministro Pichetto
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Nel mese di ottobre 2022, la produzione di elettricità con il carbone in Italia è cresciuta del 56,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. L’aumento è stato dovuto al “programma di massimizzazione della produzione a carbone messo in atto dal Governo per il contenimento dei consumi di gas“. Lo rende noto Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale.

I dati forniti da Terna: a Ottobre il 28% del fabbisogno energetico italiano è stato generato da fonti rinnovabili

Secondo quanto rilevato da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, a ottobre la domanda di elettricità nel nostro Paese è stata pari complessivamente a 24,6 miliardi di kWh, un valore in diminuzione del 6,6% rispetto allo stesso mese del 2021. Nei primi dieci mesi del 2022, la richiesta di energia elettrica in Italia è in crescita dello 0,5% rispetto al corrispondente periodo del 2021 (-0,4% il valore rettificato). Nel dettaglio, ottobre ha avuto lo stesso numero di giorni lavorativi (21) e una temperatura media mensile superiore di circa 2,8°C rispetto a ottobre del 2021. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dall’effetto della temperatura, risultata in calo del 6,3%. La temperatura del mese di ottobre, infatti, apporta un contributo modesto alla variazione del fabbisogno elettrico. A livello territoriale, la variazione tendenziale di ottobre è risultata ovunque negativa: -7,1% al Nord, -6,7% al Centro e -5,3% al Sud e nelle isole. In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica di ottobre, destagionalizzato e corretto dall’effetto temperatura, risulta in flessione rispetto a settembre 2022 (-2,1%). Sempre a ottobre, la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’85,7% con la produzione nazionale e per la quota restante (14,3%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta è risultata pari a 21,3 miliardi di kWh, in diminuzione del 4,6% rispetto a ottobre 2021. Le fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 6,9 miliardi di kWh, coprendo il 28% della domanda elettrica, con le seguenti variazioni rispetto a ottobre dello scorso anno: fotovoltaico +17,6%, eolico -35,9%, idrico -36,8% e geotermico -3,2%. La produzione delle fonti rinnovabili è stata così suddivisa nel mese di ottobre: 30,4% fotovoltaico, 26% idrico, 15,4% eolico, 21,6% biomasse e 6,6% geotermico. Pur a fronte di una significativa riduzione del fabbisogno, il calo complessivo della produzione delle fonti rinnovabili e dell’import ha comportato una variazione positiva della generazione termica (+2,6% rispetto a ottobre del 2021). In questo ambito, è proseguito il programma di massimizzazione della produzione a carbone messo in atto dal Governo per il contenimento dei consumi di gas: nel mese di ottobre la produzione a carbone è cresciuta, infatti, del 56,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il saldo import-export ha visto una variazione complessiva pari a -16,5%, dovuta a una diminuzione dell’import (-10,1%) e una crescita dell’export (+107,9%). Secondo le rilevazioni Terna illustrate nel report mensile, considerando tutte le fonti rinnovabili, nei primi 10 mesi dell’anno l’incremento di capacità in Italia supera complessivamente i 2.350 MW, registrando una notevole crescita (+143%) rispetto allo stesso periodo del 2021.

Il ministro Pichetto: “pochi rischi per quest’inverno, il problema sarà il prossimo”

Per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, per questo inverno i rischi sono minimi, e limitati ai casi di picchi dovuti ad eventuali ondate di freddo; mentre sul prossimo inverno “c’è una preoccupazione“, dal momento che bisogna riempire gli stoccaggi senza i 30 miliardi di metri cubi della Russia. Lo ha riferito oggi il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto su Radio24. Sulle nuove trivellazioni per il gas in Adriatico “mi sono sentito con Zaia un paio di volte, e avrò una riunione la prossima settimana. Dal territorio c’è grande preoccupazione, ma sulla questione il punto di vista deve essere scientifico: devono esserci tutte le garanzie scientifiche, non deve essere ‘mi piace’ o ‘non mi piace’” ha aggiunto Pichetto. Quanto alla nave rigassificatrice a Piombino, ha aggiunto il ministro, “avrei preferito che il Comune non avesse depositato il ricorso al Tar. E’ un diritto legittimo, ma credo che l’iter sia stato corretto, e che il Tar ci darà ragione“. Senza il nuovo rigassificatore, ha concluso Pichetto, “la questione seria non sarebbe per Piombino, sarebbe per l’Italia. Avere 4 – 5 miliardi di metri cubi di gas in meno, vorrebbe dire non riempire gli stoccaggi per l’inverno“.

Sulla CO2 c’è un impegno forte dell’Italia, confermato alla Cop27 dalla presidente del Consiglio Meloni, con un forte stanziamento“, ha detto sempre oggi il Ministro Pichetto intervenendo al Forum della Coldiretti a Roma. Questo impegno – spiega Pichetto – “comporta un cambiamento di pelle” del nostro sistema. Dobbiamo arrivare “ad abbandonare il carbone, poi negli anni il petrolio e per ultimo il gas, il meno nocivo dei fossili; devono crescere le alternative, il geotermico, il fotovoltaico“.

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