“Con l’attracco del vettore NG-18 alla Stazione Spaziale Internazionale, avvenuto il 9 novembre, l’esperimento PROMETEO è ora in orbita”. Lo comunica l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Nella mattina del 10 novembre, “l’astronauta Cassada ha inserito all’interno dell’incubatore KUBIK di ESA le unità sperimentali contenenti i campioni biologici ed i reagenti necessari. I campioni resteranno nell’incubatore per 4 giorni, al termine dei quali saranno inseriti nel MELFI, un frigorifero che manterrà la loro temperatura a -90° consentendone la conservazione prima del rientro a terra”, spiega ancora l’ASI.
“L’esperimento faceva originariamente parte del pacchetto di esperimenti ASI pensato per la missione MINERVA, ma a causa dei ritardi del lanciatore, è stato possibile portarlo in orbita solo a valle del rientro di Samantha Cristoforetti. Il Principal Investigator dell’esperimento è Gianni Ciofani, coadiuvato da Giada Genchi, Alessio Carmignani e Melike Belenli dell’Istituto Italiano di Tecnologia. L’hardware sperimentale è stato sviluppato dalla Kayser Italia, di Livorno. Il team si è avvalso del supporto di ALTEC durante lo sviluppo dell’esperimento e in fase di integrazione presso il sito di lancio“, viene spiegato.
L’esperimento “PROMETEO ha l’obiettivo di studiare contromisure allo stress ossidativo causato da microgravità e radiazioni ionizzanti. Lo stress ossidativo può causare diverse malattie neurodegenerative come il Parkinson, sia sullo spazio che a terra. Di conseguenza, la scienza legata all’esperimento potrà in futuro garantire agli astronauti una maggiore protezione, soprattutto in vista di missioni di lunga durata come quelle verso la Luna e Marte. Inoltre le contromisure individuate potranno migliorare la vita dei pazienti a terra affetti dalle patologie neurodegenerative”, conclude l’ASI.