Caldo, “l’estate senza fine minaccia i raccolti nazionali”

Il livello del Po al Ponte della Becca "si trova a -2,69 metri rispetto allo zero idrometrico"
MeteoWeb

L’estate senza fine minaccia i raccolti nazionali con la siccità che ha provocato danni all’agricoltura nazionale per un valore che supera già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione totale“: è quanto afferma la Coldiretti per l’arrivo della novembrata con il caldo, che interesserà soprattutto il Centro/Sud, “dopo un mese di ottobre che ha fatto registrare in Italia un temperatura media superiore di 2,04°C rispetto alla media storica, in linea con il dato medio europeo rilevato da Copernicus (+2°C)“.

Si tratta – sottolinea la Coldiretti – del mese di ottobre più caldo mai registrato nel nord Italia mentre a livello nazionale si classifica al secondo posto dopo il 2001 secondo Isac Cnr che evidenzia una punta di ben +3,0°Cal nord mentre nel centro Italia l’anomalia è stata di +1,62°C e al sud di +1,36°C“.

Il risultato – spiega Coldiretti – è che il livello del Po al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -2,69 metri rispetto allo zero idrometrico con le rive ridotte a spiagge di sabbia come ha evidenziato l’ex vicepresidente americano e attivista per l’ambiente Al Gore, parlando alla Cop27 a Sharm El Sheikh. Con il più grande fiume italiano in secca rischia – sostiene la Coldiretti – 1/3 del Made in Italy a tavola che si produce proprio nella food valley della Pianura Padana dove si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale. Dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro fino all’ortofrutta nei campi della Pianura Padana si è registrato infatti – spiega la Coldiretti – un forte calo dei raccolti“.

Il 2022 si classifica fino ad ora in Italia come l’anno più caldo di sempre con una temperatura nei primi dieci mesi del 2022 addirittura superiore di +1,07°Crispetto alla media storica, ma si registrano anche precipitazioni ridotte di oltre 1/3 secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr. Le piante sono fiorite fuori stagione da Nord a Sud del Paese, come in Puglia dove sono sbocciati i ciliegi mentre in Veneto fioriscono i nespoli ed anche le mimose in anticipo di 5 mesi rispetto all’8 marzo. Le fioriture anticipate sono pericolose perché – spiega la Coldiretti – sono sensibili al successivo abbassamento delle temperature con la conseguente diminuzione del potenziale produttivo delle coltivazioni. Ma nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche – precisa la Coldiretti – per i parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture ancora in campo, come avviene peraltro nelle città dopo sono ancora diffuse zanzare e mosche. Senza dimenticare che senza pioggia – continua la Coldiretti – sono a rischio le semine autunnali del grano e degli altri cereali mei terreni aridi“.

La tendenza al surriscaldamento è dunque evidente in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine – precisa la Coldiretti – il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020. Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi“.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli promuovendo l’uso razionale dell’acqua, l’innovazione tecnologica per la riduzione dell’impatto ambientale, l’economia circolare con la produzione di energie rinnovabili come biogas e biometano e lo sviluppo del fotovoltaico sui tetti senza consumo di terra fertile,” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’agricoltura italiana è diventata negli anni la piu’ green d’Europa ma di fronte al caro energia bisogna intervenire al piu’ presto per salvare stalle e aziende ed investire con interventi strutturali per guardare al futuro, dai bacini di accumulo per l’acqua di cui le campagne hanno bisogno all’agricoltura 4.0“.

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