E’ una notte terribile sull’isola di Ischia, colpita da un’alluvione che ha provocato morti, dispersi e tanta distruzione. L’isola è fragile, sia dal punto di vista del rischio sismico che del rischio idrogeologico, colpita in passato da diverse calamità, tra cui l’alluvione del 2009. “Cosa è stato fatto dal 2009, anno dell’alluvione ad oggi? Forse ben poco. In Italia ancora non si prende coscienza della pericolosità, del rischio idrogeologico specialmente su quel territorio che è stato abusato in passato”. Lo ha affermato il geologo Gaetano Sammartino, Presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale, sezione Campania.
“In Italia c’è necessità anche di un maggior coinvolgimento da parte delle istituzioni perché devono mettere mano alla manutenzione ordinaria. La cura del territorio passa per la manutenzione ordinaria. Periodicamente bisogna controllare tutte le aree di deflusso dell’acqua ma anche gli stessi tombini e fare manutenzione degli alvei. Parlando dell’Italia bisogna limitare il consumo di suolo”, ha continuato Sammartino.
Pennetta: “frane ad alto potere distruttivo”
“Per Ischia, dalle immagini osservate, verosimilmente si tratterebbe di un processo franoso tipo colata detritica che avrebbe attivato un trasporto in massa di dimensioni importanti di terreni sciolti di natura piroclastica. Trattasi di frane ad alto potere distruttivo che mobilitano grossi quantitativi di sedimenti e detriti che possono anche incanalarsi in incisione preesistenti fluendo ad alta velocità verso valle”, ha dichiarato Micla Pennetta, Geomorfologa dell’Università Federico II di Napoli. “La causa scatenante è da attribuire alle piogge intense e prolungate. La predisposizione del territorio a tale tipo di dissesto è legata alla pendenza del versante e dalla presenza di depositi sciolti a tetto fortemente erodibili; versanti incisi da aste fluviali corte e molto acclivi. In tale contesto geologico e geomorfologico si determinano le condizioni per rischi geoidrologici (conosciuti come idrogeologici) che determinano alluvionamenti ed invasione di materiale franato dei centri urbani posti alla base dei versanti e della rete di drenaggio delle acque”.
“Cronache storiche risalenti anche al 1910 (Donzelli, 1910) indicano alluvionamenti catastrofici nel territorio ischitano. E più recentemente, l’area oggi invasa dalla colata (Piazza Bagni) rapida è stata interessata anche nel novembre 2009; a seguito di tale evento trovò la morte una ragazza. La valutazione dei rischi naturali è importante per qualsiasi programma razionale di pianificazione del territorio”, ha concluso Pennetta.