Uno studio giapponese evidenzia come la concorrenza globale per il gas naturale liquefatto (GNL) è destinata a intensificarsi nei prossimi tre anni a causa della situazione internazionale di offerta e domanda di gas. In modo particolare i Paesi europei, tra i principali consumatori al mondo di gas naturale, hanno deciso di non utilizzare più il gas della Russia e per questo motivo stanno facendo ampio ricorso al gas liquido. Ma non è una situazione facile.
I contratti di GNL a lungo termine che iniziano prima del 2026 sono esauriti, secondo un’indagine sulle società giapponesi condotta dal ministero del Commercio e pubblicato lunedì. Questi tipi di contratti sono essenziali per gli acquirenti, in quanto offrono prezzi stabili e forniture affidabili per molti anni. I paesi di tutto il mondo si stanno affannando per assicurarsi le spedizioni dai principali esportatori come il Qatar e gli Stati Uniti, ma ci sono poche nuove forniture in arrivo prima del 2026. Nel frattempo, l’Europa sta correndo per sostituire il gas del gasdotto russo con il GNL, esacerbando ulteriormente la carenza globale di carburante utile a produrre energia.
Ciò significa che gli importatori saranno costretti a dipendere maggiormente dal più volatile e più costoso mercato spot, che attualmente scambia quasi tre volte di più rispetto ai contratti a lungo termine. Secondo l’International Group of Liquefied Natural Gas Importers, lo scorso anno circa il 30% di tutte le consegne di GNL sono avvenute tramite il mercato spot.
Come stamani ha evidenziato il ministro all’ambiente Pichetto, i problemi non si esauriranno quest’anno anzi. Le preoccupazioni maggiori sono per l’inverno 2023/2024, che non potrà iniziare con gli stoccaggi pieni come accaduto quest’anno.