Alimenti, allarme glifosato: causa resistenza agli antibiotici e tumori

Un nuovo studio scientifico collega l'esposizione al glifosato, noto diserbante cancerogeno, ad una forte resistenza agli antibiotici
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Uno dei diserbanti più utilizzati al mondo, il glifosato, è stato più volte additato come causa di tumori, e non solo. Secondo uno studio di qualche anno fa, infatti, il diserbante in questione aumenterebbe i rischi di sviluppare il linfoma non-Hodgkin del 41%. L’esposizione ad erbicidi a base di glifosato (GBHs) è associata ad una crescita dei rischi di questo cancro del sistema immunitario.

Ora, secondo un nuovo studio scientifico, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, i diserbanti al glifosato inducono resistenza agli antibiotici nei batteri mortali con cui si può venire a contatto anche in ospedale. Molte ricerche si sono concentrate sullo Pseudomonas aeruginosa, un batterio comunemente presente nell’ambiente. Si tratta di un batterio in grado di causare gravi malattie nell’uomo.

I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie indicano che nel 2017 32.600 americani ricoverati in ospedale hanno contratto un’infezione da P. aeruginosa. La conseguenza sono stati 2.700 morti.

Già in passato, altre ricerche, avevano evidenziato una correlazione tra il pesticida e la maggior resistenza riguardo Salmonella ed E. coli. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la resistenza antimicrobica uccide oltre 700mila persone ogni anno nel mondo. 10mila si queste si contano solo in Italia, il paese europeo messo peggio in questo senso.

Non possiamo aspettare nell’impasse dell’Unione Europea sul tema, è necessario che il nostro Ministero alla Salute intervenga in primis che evitare ogni possibile conseguenza pericolosa per la salute umana“, ha dichiarato il Codacons. Secondo l’associazione andrebbe bloccato l’utilizzo in Italia del glifosato e di altri diserbanti potenzialmente pericolosi.

Scriveremo al Ministero della Salute, portando l’evidenza dei nuovi studi scientifici effettuati e chiedendo l’applicazione del principio di precauzione“, concludo il Codacons.

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