Il Centro comune di ricerca della Commissione europea ha pubblicato la relazione annuale sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa nel 2021. Il report ha concluso che “la stagione degli incendi dello scorso anno è stata la seconda peggiore nel territorio dell’UE in termini di area bruciata (da quando sono iniziate le registrazioni nel 2006), dopo il 2017 quando erano bruciati oltre 10.000 km²“.
L’Italia è stato il Paese più colpito dai roghi nel 2021, con quasi un quarto della superficie totale incenerita in aree protette.
Più di 5.500 km² di terreno sono bruciati nel 2021 – più del doppio del Lussemburgo – con oltre 1.000 km² distrutti all’interno di aree Natura 2000 protette, il “serbatoio di biodiversità” dell’UE.
Il rapporto “non copre gli incendi di quest’anno, che sono stati ancora più distruttivi di quelli del 2021“. “Il 2022 si presenta ancora peggio, confermando il preoccupante trend distruttivo degli ultimi anni. Infatti, un’area di 8.600 km² è già bruciata quest’anno. Questa è una delle aree più grandi bruciate dagli incendi in Europa entro la fine di ottobre, stabilendo nuovi record di incendi in nove Paesi dell’UE“. “Sebbene l’area bruciata dagli incendi boschivi sia stata notevolmente estesa nel 2022, il numero di vittime umane è stato contenuto grazie alle misure di prevenzione attuate dagli Stati membri dell’Unione e dal meccanismo di protezione civile dell’UE“.