Mentre l’Italia è alle prese con la seconda violenta tempesta degli ultimi giorni a causa del secondo ciclone in transito sul Paese, stavolta al Sud dove stamani c’è già stata una drammatica alluvione a Ischia e nel pomeriggio sono attesi fenomeni meteo estremi in Calabria e Sicilia, iniziano ad intravedersi dai modelli meteorologici alcuni scenari invernali a medio termine. Dopotutto tra 5 giorni, Giovedì 1 Dicembre, inizierà l’inverno meteorologico 2022/2023.
Il caldo anomalo di ottobre e della prima metà di novembre ha condizionato fortemente l’approccio alla stagione invernale, almeno da un punto di vista psicologico: con quella sorta di estate prolungata e una buona parte dell’autunno trascorsa non solo senza fresco, ma anche senza maltempo, abbiamo vissuto fino a pochi giorni fa con l’impressione che l’inverno fosse ancora qualcosa di molto lontano. E invece adesso ci siamo accorti che sono bastate le prime ondate di maltempo della stagione a far scendere le temperature su valori decisamente bassi. E le temperature diminuiranno ulteriormente nelle prossime ore: con il transito del ciclone al Sud e il suo posizionamento sul Mediterraneo centrale, scorreranno sull’Italia masse d’aria particolarmente fredde dai Balcani e dall’Europa orientale al punto che tra domani, Domenica 27 Novembre, e dopodomani, Lunedì 28, avremo le prime diffuse gelate in pianura Padana e nelle Regioni Adriatiche fino a quote molto basse, tanto che possiamo parlare di prima ondata di freddo della stagione.
In settimana lo scenario rimarrà freddo, ma avremo anche continue ondate di maltempo che determineranno piogge, temporali e nevicate sui rilievi. Dal punto di vista meteorologico, da ormai diversi aggiornamenti tutti i modelli matematici prospettano scenari invernali per la prima decade di Dicembre. La situazione chiave è a cavallo del 5 Dicembre, quando si dovrebbe verificare la prima vera irruzione fredda della stagione sull’Europa da est. Non è ancora possibile definirne la traiettoria: in base agli aggiornamenti di due giorni fa sembrava diretta in Spagna, ieri era stata posizionata proprio sull’Italia, oggi sembra dover colpire i Balcani, la Grecia e la Turchia. In ogni caso resta confermata da tre giorni la tendenza ad una grande irruzione fredda sull’Europa meridionale e Mediterranea nei primi giorni del mese di Dicembre.
La chiave di questo scenario è tutta nell’Anticiclone Russo-Siberiano, una delle principali figure bariche mondiali che condiziona in modo determinante gli inverni di Asia ed Europa. Ebbene, in questo momento sta tenendo in fibrillazione non solo i meteorologi di due continenti, ma anche le autorità pubbliche che quest’anno sono particolarmente preoccupate dell’arrivo del freddo perchè proprio intense ondate di gelo potranno mandare in tilt il sistema di forniture energetiche a causa della crisi geopolitica internazionale. A tal proposito bisogna registrare che stamani sono stati documentati per la prima volta i nuovi convogli di carri armati che la Russia sta inviando in Ucraina: sono bianchi, colorati d’inverno, per mimetizzarsi nella neve.
Intanto l’Anticiclone Russo-Siberiano si sta già determinando in modo particolarmente precoce e veemente: i modelli meteorologici prospettano per Martedì 29 Novembre un valore clamoroso di 1070hPa che evidenzia la generazione di questa figura barica per la prima volta in modo così determinato dopo tanti anni. L’Anticiclone Russo-Siberiano nasce dalla graduale sedimentazione del freddo nei bassi strati, in gergo meteorologico il “raffreddamento pellicolare”, che evidentemente ha già determinato l’isolamento nei vasti territori siberiani di un enorme “cuscinetto di aria gelida”.
Questo strato di aria fredda e molto pesante in prossimità del suolo, mantenendo uno spessore limitato ai 1500-2000 metri e quindi ai bassi strati, sta favorendo lo sviluppo del famoso anticiclone termico, una vasta zona di alta pressione di origine prettamente fredda, strutturata solo nei bassi strati (1.5-2.0 km). Questo vasto cuscinetto freddo ai bassi strati, continuamente alimentato dall’intenso effetto albedo indotto dai terreni innevati e ghiacciati, sta contribuendo proprio alla nascita dell’anticiclone che solitamente quando nasce così presto in stagione, poi si rinforza ulteriormente per l’isolamento e la successiva sedimentazione del freddo nei bassi strati, con lo sviluppo di un sempre più esteso cuscino di aria molto fredda continentale, caratterizzato da valori che in prossimità del suolo scendono ben al di sotto dei -30°C, con punte di oltre i -35°C man mano che ci avviciniamo all’altopiano della Siberia centrale. E’ come un vortice: più fa freddo e più diventa freddo, perché il freddo alimenta l’anticiclone e l’anticiclone alimenta il freddo. L’alta pressione si ingrandisce estendendosi fino all’area dei monti Urali, arrivando quindi in Europa e determinando le precondizioni affinché ondate di aria molto fredda possano dirigersi verso il nostro Continente.
Bisogna riconoscere che tutte le previsioni meteo stagionali (su tutte quelle del centro europeo ECMWF) prospettano per l’Europa anomalie calde sia a dicembre che nel primo trimestre del 2023, ma in questo potrebbero essere condizionate dalle anomalie di caldo in area artica e in ogni caso si tratta di previsioni sperimentali che hanno scarsa affidabilità.
La situazione, come sempre accade quando si parla di scenari a lungo termine, è molto complessa e impossibile da prevedere in modo definito. Ma di certo c’è il poderoso Anticiclone Russo-Siberiano che già nei prossimi giorni toccherà l’incredibile valore di 1070hPa, e le contestuali prospettive di freddo intenso che tutti i modelli delineano ormai da più giorni sull’area Euro-Mediterranea per la prima decade di Dicembre.
Si inizia a sentire, insomma, quel profumo d’inverno che risveglia la grande passione degli amanti freddofili e nevofili, in un contesto sociale, economico e geopolitico in cui quest’anno il meteo avrà un ruolo fondamentale per la quotidianità di tutti i cittadini europei.