Commissione Ue, paesi divisi: affondato il price cap al gas

Non c'è modo di creare un tetto al prezzo del gas: l'Ue lo ha annunciato dopo il mancato accordo tra i Paesi
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La Commissione europea ha riferito ai paesi durante il seminario che non c’è modo di creare un tetto al prezzo del gas come richiesto dai leader dell’UE al vertice del 20-21 ottobre.

Il dibattito sull’introduzione di un price cap al gas “è molto difficile, i Paesi membri sono divisi e quelli con spazio fiscale maggiore sono i meno interessati poiché temono di più le implicazioni sulla sicurezza degli stock“. E’ quanto dichiarato da Stefano Grassi, capo di gabinetto della commissaria Ue per l’Energia Kadri Simson, a una conferenza di Comin & Partners all’Europarlamento. Il corridoio di prezzo dinamico resta “una misura plausibile” ma “in ultima istanza e da usare con grande cautela“. Vi sono “altre strade” per ridurre i prezzi dell’energia, come gli acquisti comuni e le misure di risparmio energetico.

Già il seminario tecnico online organizzato ieri dalla Commissione europea con i rappresentanti dei governi nazionali si è concluso con un nulla di fatto. Sono state messe in evidenzia ancora una volta le resistenze del fronte guidato dai Paesi più dipendenti dal gas russo, Germania in testa. Tutti elementi che, dopo la prima intesa di principio tra i leader Ue al vertice del 20 e 21 ottobre, non lasciano ben sperare sulle possibilità che i ministri dell’Energia riescano ad accordarsi per un via libera definitivo al tetto al Consiglio di emergenza convocato a Bruxelles il 24 novembre.

La grande battaglia europea è quale peso dare” alle diverse strade sul tavolo – price cap, acquisti comuni e riduzione della domanda su tutte -, “ma non è certamente possibile rispondere a questa crisi per via nazionale e usando gli aiuti di Stato e il peso delle economie nazionali, perché sarebbe il suicidio dell’Ue“, ha evidenziato Grassi.

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