Lo U.S. Space Command del Dipartimento della difesa statunitense ha confermato che il razzo cinese Long March 5B (identificato come oggetto CZ5B) “della Repubblica popolare cinese è rientrato nell’atmosfera sopra l’Oceano Pacifico centro-meridionale” alle 11:01 ora italiana.
Lunedì 31 ottobre la China Manned Space Agency (CSMA) ha lanciato il razzo Long March 5B per inviare in orbita il 3° e ultimo modulo della stazione spaziale Tiangong (Mengtian). Come per i precedenti lanci di questo particolare vettore, la Cina non ha eseguito una deorbitazione controllata dello stadio centrale del razzo dopo che il suo payload è stato dispiegato. Ciò significa che, ancora una volta, lo stadio centrale del razzo cinese da oltre 20 tonnellate è precipitato fuori controllo.
#USSPACECOM can confirm the People’s Republic of China Long March 5B #CZ5B rocket re-entered the atmosphere over the south-central Pacific Ocean at 4:01am MDT/10:01 UTC on 11/4. For details on the uncontrolled reentry’s impact location, we once again refer you to the #PRC.
— U.S. Space Command (@US_SpaceCom) November 4, 2022
Successivamente, lo U.S. Space Comman ha precisato che un secondo rientro atmosferico correlato con il Long March 5B si è verificato alle 11:06 ora italiana sull’Oceano Pacifico nord-orientale.
#USSPACECOM can confirm a second atmospheric reentry correlated with the #PRC’s Long March 5B #CZ5B as it exited the #USSPACECOM Area of Responsibility over the Northeast Pacific Ocean region at 4:06am MDT/10:06 UTC on Nov. 4. https://t.co/keJdc1tmxi
— U.S. Space Command (@US_SpaceCom) November 4, 2022
E’ stato il 4° rientro incontrollato per uno stadio principale di Long March 5B fino ad oggi. Circa 10 giorni dopo il lancio di debutto del razzo cinese, nel maggio 2020, pezzi del lanciatore sono caduti sull’Africa occidentale, alcuni dei quali avrebbero colpito il suolo in Costa d’Avorio. Il 2° volo del razzo, nell’aprile 2021, ha portato in orbita Tianhe, il modulo centrale della stazione spaziale Tiangong. Quello stadio centrale è rientrato nella penisola arabica circa una settimana dopo il decollo, facendo ricadere detriti sull’Oceano Indiano. Il 3° rientro incontrollato è avvenuto sull’Oceano Pacifico lo scorso 30 luglio.
La maggior parte dei razzi è progettato in modo tale che gli stadi principali ricadano nell’Oceano o su terreno disabitato poco dopo il decollo, o rientrino sulla Terra con atterraggi sicuri, come nel caso dei veicoli SpaceX. Lo stadio principale del Long March 5B, invece, raggiunge l’orbita e la Cina lo lascia dov’è, poi inizia il rientro incontrollato.
Rientro razzo cinese: escluso interessamento territorio italiano
Sulla base degli ultimi dati forniti dalla Agenzia Spaziale Italiana (ASI) al tavolo tecnico che ha seguito il rientro incontrollato in atmosfera del secondo stadio del lanciatore cinese PRC-CZ5B è stata esclusa la caduta di uno o più frammenti del detrito spaziale sul territorio italiano.
Ai lavori del tavolo tecnico, attivo nel pomeriggio del 3 novembre, hanno costantemente preso parte, oltre all’ASI, un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentati del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Centro Space Situational Awareness dell’Aeronautica, della Difesa – Covi e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione di Protezione civile della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, in accordo con ASI e con gli altri partecipanti al tavolo, ha pertanto dichiarato concluse le attività operative, chiudendo il Comitato Operativo che era attivo in stretta reperibilità e ringraziando tutte le componenti del Sistema Nazionale di Protezione Civile, i partecipanti al tavolo tecnico e le regioni direttamente interessate per l’impegno e l’attenzione profusi in questi giorni.