Il ruolo dell’Italia del settore dello Spazio è “assolutamente decisivo“: lo ha affermato il Ministro dell’Industria e Made in Italy, Adolfo Urso, intervistato dal Corriere della Sera. Il Ministro, che ha la delega allo Spazio, ha sottolineato che “oggi possiamo svolgere ancora un ruolo da protagonista con una rinnovata partnership con altri attori europei, come quella che emerge dal documento trilaterale che abbiamo sottoscritto con i colleghi francesi e tedeschi“.
L’incontro con Le Maire, ha proseguito, “ha sbloccato la situazione. Si è preso atto che per l’Italia è importante conservare la possibilità di poter accedere autonomamente allo Spazio attraverso quindi un lanciatore che al momento è il ‘nostro’ vettore Vega. In secondo luogo è importante collaborare all’interno dell’Agenzia Spaziale Europea in modo da massimizzare la possibilità di avere tecnologie di altissimo livello“.
“Si stima che negli anni scorsi circa 350 miliardi di dollari fossero già destinati allo space economy. Al di là del valore finanziario questo significa garantire una filiera industriale di assoluta eccellenza per l’Italia fatta di grandi imprese player mondiali e di una miriade di Pmi,” ha evidenziato Urso. “Con le tensioni derivanti dalla guerra in Ucraina anche lo Spazio ha avuto delle ricadute importanti come l’interruzione di un dialogo scientifico e tecnologico con la Russia iniziato molti anni fa“.
Riferendosi al volano del Pnrr, il Ministro ha aggiunto: “Il nostro Paese è uno dei pochi al mondo in grado di garantire l’intera filiera industriale spaziale dal lancio ‘upstream’ a quello orbitale, a quello di downstream, cioè dell’invio dei dati a terra. Come si può capire quindi tutto questo comporta degli investimenti e quindi sono convinto che anche i fondi del Pnrr possono aiutare“.
Il Ministro ha ricordato, infine, che rispetto agli investimenti nell’Agenzia Spaziale Europea, l’Italia “con 3 miliardi di euro” si posizione “di nuovo al terzo posto tra i contributori dell’agenzia, con circa 18,1% all’intero budget che equivale a circa 17 miliardi di euro“.