Per far rinascere la funivia del Mottarone è necessario abbandonare “soluzioni dal costo e dalla tempistica incerta” annunciati “a mezzo stampa” e che, comunque, “richiederanno parecchi anni per la loro attuazione e realizzazione” e puntare al “ripristino dell’attuale impianto”. E’ il cuore di una mozione presentata dai gruppi di minoranza del Comune di Stresa e che sarà discussa nella seduta di consiglio comunale di martedì. Si riapre così – mentre prosegue il percorso giudiziario sulla tragedia – il versante della polemica politico amministrativa.
Il documento presentato dalle minoranze, guidate dall’ex sindaco Canio Di Milia – al timone della città per dieci anni dal 2005 al 2015 – e da un altro ex primo cittadino, Giuseppe Bottini – che ha amministrato dal 2015 al 2020 – denuncia che “l’impianto appare del tutto incustodito e privo della minima attività di manutenzione tanto che appaiono evidenti i segni di deperimento e degrado”. Secondo i consiglieri di opposizione e’ necessario anzitutto mettere al riparo quel che resta della funivia da un deperimento che può diventare irreversibile, e per questo va chiesto il dissequestro della parte non toccata dall’incidente sulla quale vanno avviate attività specifiche di manutenzione. Il documento impegna in conclusione il Comune a procedere, “in accordo con la Regione Piemonte, ad affidare un incarico di manutenzione dell’impianto al fine di mantenere la parte non coinvolta dall’incidente in efficienza” e “a richiedere uno studio, entro tre mesi dalla presente deliberazione, al fine di valutare e quantificare i costi e gli impegni economici da porre in essere per consentire il ripristino dell’attuale impianto indicandone anche la tempistica”. Una posizione opposta a quella della sindaca Marcella Severino, che negli scorsi mesi, ha ripetutamente prospettato, annunciandola anche in diverse conferenze stampa, l’idea di un nuovo impianto, progetto sul quale si era speso anche l’ex ministro del turismo Massimo Garavaglia nominando un consulente specifico, il professor Angelo Miglietta. Il dibattito in consiglio comunale certamente si allarghera’ anche ad altri aspetti di attualita’, a cominciare dalla richiesta del concessionario Luigi Nerini che contesta al Comune di Stresa la revoca della concessione e il conseguente mancato pagamento delle rate relative all’ammodernamento dell’impianto realizzato nel 2015-2016. Il Comune infatti, dopo la revoca della concessione, non ha versato la quota del 2021, che ammonta a 143.000 euro. Ma Nerini vuole che gli siano saldate tutte le rate fino alla scadenza del contratto, prevista al 31 dicembre 2028. Anche questa vicenda approdera’ in tribunale a Verbania, in una udienza fissata per il 29 novembre. Ma certamente il tema rimbalzera’ anche in consiglio comunale.