Inizia oggi 1° dicembre 2022 l’inverno meteorologico e si archivia quindi l’autunno meteorologico.
In meteorologia infatti le stagioni hanno una diversa ripartizione che non tiene conto né di solstizi né di equinozi. Le stagioni meteorologiche sono ripartite nel modo seguente:
- Inverno meteorologico: dal 1 Dicembre al 28 (29) Febbraio
- Primavera meteorologica: dal 1 Marzo al 31 Maggio
- Estate meteorologica: dal 1 Giugno al 31 Agosto
- Autunno meteorologico: dal 1 Settembre al 30 Novembre
In riferimento invece alle stagioni astronomiche, si ricordi che il 21 dicembre, alle 21:47 UTC, 22:47 ora italiana, entreremo ufficialmente in una nuova fase, inaugurata, come sempre, dal Solstizio d’Inverno.
La parola “solstizio” viene dal latino solstitium, composto da sol (Sole) e da un derivato di sistere (fermarsi). Il solstizio è quindi in sostanza, fin dall’antichità, il giorno in cui il Sole “si ferma”. Questo perché nei giorni intorno al solstizio il Sole dà l’impressione di “fermarsi” nel cielo, sorgendo e tramontando nello stesso punto. Un fenomeno che gli antichi osservavano con facilità, e che oggi è osservato da meno persone per via dell’urbanizzazione del territorio.
Il moto del Sole (bisognerebbe parlare in realtà di “moto apparente”, perché come sappiamo è la Terra a muoversi), tornerà a cambiare pochi giorni dopo il solstizio, con relativo allungamento delle giornate. E’ per questo che da millenni i giorni intorno al solstizio sono segnati da importanti feste e celebrazioni, di cui il nostro Natale è solo l’ultima dimostrazione.
Nel giorno del Solstizio il Sole si troverà alla sua massima distanza al di sotto dell’equatore celeste, e sarà minimo l’arco apparente da sudest a sudovest, cosa che lo renderà il giorno più corto dell’anno. Successivamente il Sole comincerà a risalire verso l’equatore celeste e le ore di luce aumenteranno gradualmente fino a raggiungere il culmine fra sei mesi, nel solstizio d’estate.
Il solstizio ritarda ogni anno circa 6 ore rispetto all’anno precedente, più precisamente di 5 ore 48 minuti e 46 secondi, e si riallinea forzosamente ogni 4 anni, in corrispondenza dell’anno bisestile, introdotto per evitare la progressiva divergenza delle stagioni con il calendario.
A causa della diversa velocità della Terra sull’orbita (maggiore al perielio e minore all’afelio), le stagioni astronomiche non hanno tutte la stessa durata: nell’emisfero boreale si registra complessivamente un semestre caldo (primavera-estate) più lungo di circa 7 giorni e 6 ore del semestre freddo (autunno-inverno) ed il contrario avviene nell’emisfero australe.
Il maggiore riscaldamento del pianeta nella stagione estiva non dipende dalla distanza, ma dall’angolo d’incidenza con cui i raggi solari colpiscono la superficie e che in estate corrisponde a circa 70° e d’inverno a circa 23°. Le massime temperature non si registrano a Giugno, quando i raggi solari colpiscono la Terra più direttamente, ma a Luglio e Agosto, fatto spiegabile con l’idrosfera, la massa liquida del nostro pianeta, che costituisce una sorta di accumulatore di calore.