L’enorme anomalia climatica che sta facendo crollare il prezzo del gas

Crolla il prezzo del gas, con i consumi che diminuiscono per cause economiche, ma soprattutto per fattori climatici: quando tornerà il freddo potrebbero aumentare nuovamente i consumi e quindi anche i prezzi
MeteoWeb

Il prezzo del gas continua a scendere grazie al clima mite. Ed è questo, checché se ne dica, il motivo per cui il gas non sta subendo gli aumenti previsti. L’accordo sul price cap deciso dall’Ue, infatti, non ha influito minimamente sul prezzo. L’anomalia termica che insiste sull’Europa ha causato una diminuzione della domanda di gas, la cui conseguenza è stata la diminuzione del prezzo.

E non è ancora finita. Intorno a Capodanno si prevedono temperature di oltre 10°C superiori alla norma. Si tratta di una vera fortuna per il prezzo del gas e dunque per i consumatori, soprattutto se si pensa che in inverno un singolo grado centigrado di temperatura vale circa 60 milioni di metri cubi di gas.

Il prezzo, dunque, cala perché sono crollati i consumi. Oltre al caldo, a contribuire al calo dei consumi è stata anche la crisi, con molte famiglie che hanno auto limitato i propri consumi di gas. Le anomalie di caldo di questo dicembre sono state però decisive in tal senso, soprattutto nella seconda metà del mese. I prezzi, intatti, sono scesi dal 15 dicembre in poi, quando è arrivato il caldo con ben 10°C in più della media in tutta Europa.

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Le anomalie termiche della settimana 18-24 Dicembre 2022 in Europa: molto caldo in gran parte del Continente

Stoccaggi pieni

In previsione del taglio delle forniture da parte della Russia e del freddo invernale l’Italia aveva riempito gli stoccaggi. Ora sono dunque pieni e il gas in eccesso viene venduto al Nord Europa. A livello europeo si è registrato oggi un lieve incremento delle riserve di gas naturale, che hanno toccano quota 931 TWh, pari all’83,2% della capacità di riempimento, contro l’83% registrato ieri. La parte del leone spetta alla Germania, che ha scorte per 218,13 TWh, in crescita dello 0,41% sul dato della vigilia e un indice di riempimento dell’88,62%.

In lieve calo l’Italia (-0,01% a 160,84 TWh), che ha i depositi pieni all’83,15%, mentre salgono le scorte in Austria (+0,29% a 82,61 TWh), con un indice di riempimento all’86,13%, Belgio (+0,96% a 6,39 TWh), con stoccaggi all’84,04%, e Francia (+0,1% a 112,2 TWh), che ha i depositi pieni all’83,98%. L’incremento delle scorte di gas in piena stagione invernale, è dovuto alla possibilità di iniezione in ‘contro flusso’ nei depositi, che in Italia è stata annunciata lo scorso 2 novembre da Snam.

Quanto ai flussi di gas previsti per oggi, secondo le stime di Snam, il totale immesso in rete oggi è pari a 2,4 TWh. Di questi 1,75 TWh proviene dalle importazioni, 0,08 TWh dalla produzione nazionale e 0,55 TWh dagli stoccaggi. Oltre 1,9 TWh sono destinati ai consumi nazionali e 0,49TWh alle esportazioni e ad altre reti di trasporto, dimostrando che già oggi l’Italia è in grado di esportare quasi 1/4 di quanto consuma. Del gas importato oggi, oltre 0,65 TWh arrivano dall’Algeria, 0,28 TWh dal rigassificatore di Cavarzere (Rovigo), 0,26 TWh dall’Azerbaijan e più di 0,15 TWh dal rigassificatore di Livorno. In coda la Libia e la Russia, con 0,11 TWh ciascuna, il Nord Europa con 0,1 TWh e il rigassificatore di Panigaglia (La Spezia) con 0,06 TWh.

Prezzo del gas: ad Amsterdam toccato nuovo minimo sotto i 77 euro

Il prezzo del gas sulla piazza di Amsterdam ha chiuso oggi a 81,3 euro al MWh, dopo aver toccato un minimo a 76,2 euro. Un valore quest’ultimo raggiunto l’ultima volta lo scorso 11 febbraio, quando l’attacco della Russia all’Ucraina era solo la peggiore tra le ipotesi, ma ancora sopra di oltre il 12% rispetto ai prezzi dello scorso gennaio, già a loro volta gonfiati dall’aumento della domanda da parte della Cina.

A fermare la speculazione, come già detto, non è l’accordo sul ‘price cap’ raggiunto in seno all’Ue lo scorso 19 dicembre, quanto piuttosto l’andamento favorevole del clima. Una sorta di ‘generale inverno’ alla rovescia che si è interrotto solo poco prima del Natale. A questo si aggiungono i forti venti, che stanno incrementando la produzione di energia elettrica dei campi eolici situati nel Nord Europa, riducendo il consumo di metano per la generazione. Proseguono poi le consegne di Gnl, il gas naturale liquefatto, che insieme ai flussi dal Nord Africa e dal Medio oriente, consentono all’Europa di fare a meno dell’apporto russo, grazie anche alla posizione centrale assunta ormai dall’Italia.

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