La capsula Orion della missione Artemis I della NASA oggi è tornata sulla Terra, dopo quasi un mese nello Spazio. L’ammaraggio della navicella, senza equipaggio a bordo, è avvenuto come da programma nell’Oceano Pacifico al largo della costa della Baja California, alle 18:40 ora italiana.
Orion è stata lanciata in cima a un razzo Space Launch System (SLS) il 16 novembre, dando il via all’attesissima prima parte del programma Artemis. La capsula si è inserita nell’orbita lunare il 25 novembre, per poi uscirne il 1° dicembre. Quattro giorni dopo, Orion ha acceso il motore principale con un burn di 3,5 minuti – il più lungo della missione – durante un sorvolo ravvicinato della Luna per tornare verso casa.
Di seguito tutti gli aggiornamenti sul rientro, dall’ingresso in atmosfera allo splashdown nel Pacifico.
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Conferenza stampa finale della NASA
La NASA ha concluso il webcast su rientro e recupero della capsula Orion. L’Agenzia terrà una conferenza stampa a partire dalle 21:30 ora italiana durante la quale ripercorrerà le tappe della missione Artemis, le fasi dello splashdown e il futuro del programma.
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La capsula è stata disattivata
La NASA ha confermato che la capsula Orion è stata disattivata e che le navi della Marina stanno iniziando ad avvicinarsi al veicolo per le operazioni di recupero.
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In attesa del recupero
Gli ingegneri stanno eseguendo diversi test aggiuntivi mentre Orion è ancora in acqua, prima di spegnere i dispositivi del veicolo spaziale e consegnarlo alla squadra di recupero a bordo della USS Portland.
L’avvio delle operazioni di recupero è previsto alle 20:40 ora italiana.
I sommozzatori della Marina e altri membri del team su diversi gommoni si avvicineranno al veicolo spaziale, lo agganceranno e poi lo posizioneranno in una zona appositamente progettata all’interno della nave.
Una volta a bordo della nave, le squadre porteranno il veicolo spaziale alla base navale statunitense di San Diego e lo restituiranno al Kennedy Space Center della NASA per l’ispezione. I tecnici in Florida ispezioneranno accuratamente Orion, recuperando i dati registrati a bordo, rimuovendo i payload bordo e molto altro ancora.
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Nelson: "ritorno nello Spazio profondo con una nuova generazione"
Mentre si attende il recupero della capsula Orion, l’amministratore della NASA Bill Nelson ha affermato che la missione Artemis I “sta tornando nello Spazio profondo con una nuova generazione“, commentando lo splashdown su NASA TV. “È una missione che segna nuova tecnologia, una generazione completamente nuova di astronauti, una visione per il futuro che coinvolge in particolare gli americani, anche se lo facciamo come impresa internazionale,” ha aggiunto Nelson.
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Splashdown!
La capsula Orion ha effettuato lo splashdown alle 18:40:30 ora italiana al largo della costa della Baja California, concludendo l’epico viaggio di quasi un mese della missione Artemis I intorno alla Luna.
L’ammaraggio è avvenuto regolarmente e sono stati completati tutti i test previsti per verificare la sicurezza del veicolo, in vista delle future missioni con gli astronauti.
Una nave della Marina si è rapidamente avvicinata per recuperare la navicella e i suoi occupanti silenziosi: tre manichini di prova attrezzati con sensori di vibrazione e monitor di radiazioni.
Le squadre sul posto hanno notificato che non ci sono danni e non ci sono fuoriuscite di carburante.
La prima missione del programma Artemis entra nei libri di storia.
La capsula ha portato a termine con successo la storica missione Artemis 1 dopo un volo di 2,3 milioni di km. Lo splashdown è avvenuto 50 anni dopo lo sbarco sulla Luna dell’Apollo 17 della NASA, l’ultima missione con astronauti ad atterrare sulla superficie lunare.
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Dispiegamento dei paracadute
Dai 12.200 metri d’altezza si sono verificati diversi eventi in rapida successione. Nell’arco di quattro minuti, la navicella ha dispiegato una serie di paracadute (11) per rallentare ulteriormente la discesa. Con i paracadute principali, Orion rallenterà fino a 32 km/h.
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Completato il "salto"
La navicella spaziale Orion ha completato la “skip maneuver”, la sua manovra di “salto” ed è in fase di rientro. Le delicate operazioni procedono come da programma.
Per rallentare il veicolo spaziale e mantenerlo sul bersaglio, la NASA ha testato una nuova tecnica di rientro “skip” in cui Orion ha “rimbalzato” sull’atmosfera terrestre. La navicella ha effettuato poi un secondo ingresso atmosferico per continuare la discesa finale.
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Iniziato il tuffo nell'atmosfera
Alle 18:20 Orion ha iniziato il tuffo nell’atmosfera terrestre. L’ingresso sta avvenendo ad una velocità enorme, 40mila km/h, circa 32 volte la velocità del suono. Sta affrontando temperature fino a 2.800°C, circa la metà della temperatura sulla superficie del Sole.
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L'ultimo burn
La navicella spaziale Orion ha effettuato un ultimo burn, una accensione del suo motore, per posizionarsi correttamente, mentre completa la missione di quasi un mese attorno alla Luna. Lo splashdown rimane in programma alle 18:40 ora italiana.
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Orion separata dal modulo di servizio, inizia il rientro
Sono iniziate le operazioni di discesa di Orion: la capsula si è separata correttamente alle 18 dal modulo di servizio, che è stato costruito dall’ESA (dotato di pannelli solari, motore e propellente).
Il modulo di servizio brucerà in modo innocuo nell’atmosfera terrestre al rientro sull’Oceano Pacifico. La traiettoria di Artemis I è progettata per garantire che eventuali parti rimanenti non rappresentino un pericolo per le persone o le rotte di navigazione.
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Imbarcazioni in acqua nella zona di splashdown
La Marina degli Stati Uniti ha schierato sei piccole imbarcazioni nella zona di splashdown di Orion mentre la USS Portland attende al largo della costa della Baja California.
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Tutto pronto per le operazioni di discesa
Le operazioni di discesa di Orion inizieranno alle 18 ora italiana, quando è prevista la separazione della capsula dal modulo di servizio, che è stato costruito dall’ESA ed è dotato di pannelli solari, motore e propellente utilizzati per raggiungere la Luna e ritorno.
Il modulo di servizio non è più necessario e finirà in mare in modo tale da non rappresentare un pericolo per Orion o per le persone a terra.
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Rientro a 40mila km/h, test fondamentale per lo scudo termico
Se tutto andrà secondo i piani, Orion entrerà in atmosfera, sopra l’Oceano Pacifico, intorno alle 18:20 ora italiana, viaggiando a 40mila km/h. Questa velocità genererà molto attrito: lo scudo termico di Orion dovrà sopportare temperature fino a 2.800°C, circa la metà della temperatura della superficie del Sole.
La capsula “rimbalzerà” sull’atmosfera superiore e poi tornerà giù, come una roccia che salta sulla superficie di uno specchio d’acqua. Dopo questo “salto”, Orion scenderà attraverso l’atmosfera con i paracadute, con splashdown alle 18:40 ora italiana. Una nave della US Navy, la USS Portland, attenderà nelle vicinanze per recuperare la navicella e trasportarla al porto di San Diego.
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Oggi termina l'epico viaggio di Orion, un trampolino di lancio
La missione Artemis I, della durata di 25,5 giorni, si conclude oggi, 50 anni dopo il giorno in cui gli astronauti dell’Apollo 17 Gene Cernan e Harrison Schmitt sono atterrati sulla superficie lunare. Da allora nessun essere umano è più tornato sulla Luna.
Il conto alla rovescia per lo storico ammaraggio della capsula Orion è iniziato.
Artemis I è una missione test per SLS, Orion e i sistemi di terra associati. Se tutto andrà per il meglio, la NASA potrà iniziare a prepararsi per Artemis II, che prevede l’invio di un equipaggio intorno alla Luna nel 2024. Artemis III sarà poi l’allunaggio, in programma sul Polo Sud lunare nel 2025 o 2026. Le future missioni nel programma Artemis della NASA costruiranno una base di ricerca in quella regione, che si ritiene sia ricca di ghiaccio d’acqua. L’Agenzia intende rendere questo avamposto operativo entro la fine degli anni ’20. Inoltre, la NASA prevede di utilizzare le conoscenze acquisite per portare gli astronauti su Marte entro la fine degli anni ’30 o all’inizio degli anni ’40.