Verso l’autonomia energetica italiana: il ruolo chiave del Centro/Sud del Paese

Attraverso la valorizzazione delle proprie fonti rinnovabili disponibili, "il Centro/Sud può fornire un contributo concreto all'autonomia energetica del Paese"
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Il Centro/Sud del Paese riveste un ruolo chiave nello sviluppo delle fonti rinnovabili e quindi nel raggiungimento di quell’autonomia energetica di cui il Paese necessita. È quanto emerge dal report “Verso l’autonomia energetica italiana: il ruolo del Centro/Sud” presentato ieri pomeriggio dal presidente di A2A Marco Patuano insieme al partner e responsabile Area Sustainability di The European House Ambrosetti Carlo Cici.

Alla discussione hanno partecipato Amedeo Feniello, storico del medioevo e DSU presso l’Università dell’Aquila, Fulvio Bonavitacola, vicepresidente e assessore all’Ambiente della Regione Campania, Rosario Varì, assessore allo Sviluppo economico e Attrattori Culturali della Regione Calabria, Giordano Colarullo, direttore generale di Utilitalia.

autonomia energetica centrosud italia (3)

I risultati dello studio evidenziano come nel nostro Paese siano possibili ampi margini di miglioramento nella produzione di energia green a partire dalle peculiarità di ciascun territorio, sulla base delle risorse esistenti e degli impianti già presenti – ha dichiarato PatuanoNello scenario attuale, attraverso la valorizzazione delle proprie fonti rinnovabili disponibili, come vento, sole, acqua e rifiuti, il Centro/Sud può fornire un contributo concreto all’autonomia energetica del Paese. Un obiettivo importante che richiede anche un cambio di paradigma in cui diventa fondamentale la collaborazione e il dialogo aperto e trasparente tra istituzioni, cittadini e imprese“.

L’Italia è oggi quintultima in Europa per autonomia energetica (22,5% vs. 39,5% di media UE al 2019) ma è seconda per disponibilità di risorse rinnovabili sul proprio territorio. Sfruttando le sue materie prime – acqua, vento, sole e rifiuti – e agendo su elettrificazione dei consumi ed efficientamento, il nostro Paese – rileva il rapporto – può raggiungere il 58,4% di autonomia, quasi triplicando gli attuali livelli. La possibilità di ottimizzare ulteriormente la produzione a seconda delle peculiarità delle singole regioni italiane, delle relative risorse disponibili e degli impianti già presenti, consentirebbe di attivare il suo pieno potenziale e di renderlo meno soggetto a dinamiche esogene.

Secondo quanto rilevato dall’analisi presentata ieri, le Regioni del Centro/Sud potrebbero generare, sul totale della nazione, il 60% della potenza solare addizionale (105,1 GW totali a livello nazionale) attraverso installazioni su tetti e impianti a terra e il 95% dell’opportunità di sviluppo per l’eolico (21,1 GW totali a livello nazionale) per 1/3 proveniente da attività di revamping e repowering degli impianti già esistenti. Per quanto concerne invece il settore idroelettrico, il Centro/Sud rappresenta il 23% della potenza idroelettrica addizionale (3,3 GW totali a livello nazionale).

Questi territori sono strategici anche per le possibilità legate al recupero energetico: azzerando il conferimento in discarica e abilitando una produzione elettrica maggiore di 7 TWh, in Italia si potrebbero valorizzare circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti. Il 63% di questa possibilità è concentrato al Centro/Sud.

Inoltre, il biometano potrebbe attivare circa 6,3 miliardi di m3 (pari all’8% del consumo nazionale di gas) di cui il 37% nel Centro/Sud, soprattutto grazie alla vocazione agricola di tali regioni.

Al fine di concretizzare tali potenzialità, risultano necessari investimenti mirati per realizzare impianti e strutture che possano realisticamente permettere alle regioni in questione di sfruttare a pieno tutte le risorse a disposizione.

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