Mentre il Ciclone Birgit sta portando tanta neve in queste ore al Nord Italia, in Sicilia fa molto caldo nonostante il cielo sia coperto da nubi spesse e compatte al punto da oscurare il sole. Le temperature, però, sono particolarmente elevate nel versante tirrenico colpito dal favonio, il vento di caduta dai rilievi che determina un riscaldamento del suolo. Al momento, infatti, abbiamo +24°C a Barcellona Pozzo di Gotto, Terme Vigliatore, Falcone e Carini, +23°C a Palermo, +22°C a Pace del Mela e Brolo, +21°C a Capo d’Orlando, Monreale e Cefalù, +20°C a Termini Imerese, temperature eccezionalmente elevate per il periodo.
Il caldo è determinato dai forti venti di scirocco che soffiano con raffiche misurate fino al momento di 81km/h a Bagheria, 76km/h a Termini Imerese, 63km/h a Punta Raisi (Palermo), 56km/h a Torre Faro (Messina), 53km/h a Palermo centro, 52km/h a Monreale, 47km/h a Nicolosi.
Il forte vento sta determinando la formazione di spettacolari nubi lenticolari nelle zone interne dell’isola e in modo particolare tra l’Etna e i Nebrodi, condizionate dall’orografia del suolo. In tanti ne hanno ammirato la particolarità osservando il cielo.
Allerta Meteo: nel weekend tornano freddo e maltempo
Nel weekend la situazione meteo cambierà anche in Sicilia: le temperature diminuiranno sensibilmente, dapprima sabato e poi in modo più deciso domenica quando si alzeranno forti venti di maestrale che ripuliranno l’aria dopo la sabbia del Sahara e la sporcizia atmosferica tipica dello scirocco, ripristinando condizioni limpide e terse. Ci saranno anche piogge e temporali, con possibili trombe d’aria. Per seguire la situazione meteo in tempo reale consigliamo come sempre le pagine del nowcasting da cui è possibile seguire l’evoluzione meteorologica minuto per minuto su tutto il territorio nazionale e continentale:
Meteo Didattica: cosa sono le nubi lenticolari
Le nubi lenticolari nell’area mediterranea sono un fenomeno molto comune, specie in presenza di intensi flussi occidentali o sud-occidentali in quota, in prossimità di grandi rilievi o massicci montuosi estesi e molto elevati, come l’Etna o anche l’Aspromonte. Non di rado, proprio sopra la cima dell’Etna, si possono scorgere queste meravigliose formazioni nuvolose che si dispongono su più livelli, una sull’altra. Le nubi lenticolari di questo genere spesso prendono il loro nome dalla forma che assumono, spesso simile a una lente. Di solito questo genere di nubi, dalla forma ellittica o di lente, si sviluppa quando forti e turbolenti venti in quota, che spirano nella media atmosfera (a partire dai 2000-3000 metri), impattano le pareti di una catena montuosa o di un grosso rilievo, generando delle forti turbolenze, o meglio “ondulazioni” (variazioni della componente verticale del flusso eolico), che si propagano alla massa d’aria sovrastante la cima.
L’intenso flusso eolico che scorre in quota, una volta incontrata una importante barriera orografica nella sua traiettoria (tipo l‘Appennino o un massiccio montuoso alto più di 2000 metri), è costretto a superare un simile ostacolo originando delle onde d’aria (le turbolenze), simili a quelle marine, con tanto di creste e conche. Queste ondulazioni vengono chiamate anche con il termine di “onde orografiche” (mountain waves) visto che sono causate proprio dall’impatto con il rilievo. In genere la massa d’aria stabile trasportata su un rilievo diventa molto più densa raffreddandosi e sotto l’influenza della gravità tende a sprofondare sottovento alla barriera montuosa oscillando attorno al suo punto di equilibrio.
Le nubi prodotte dalle “onde orografiche” assumono questo tipo di forme lenticolari perché quando l’aria sale lungo la cresta tende a dilatarsi e a raffreddarsi, facendo condensare il vapore in minuscole goccioline d’acqua, che danno vita alla nube. Quando l’aria scende e si scalda l’acqua evapora e la nube tende poi lentamente a dissolversi. Ciò spiega perché nella conca dell’”onda orografica” si formano gruppi di nubi lenticolari, distribuiti su più livelli, che appaiono come grandi lenti o alle volte prendono le sembianze di dischi volanti sospesi sopra i rilievi. Questo tipo di nubi possono contenere anche dei cristalli di ghiaccio che si formano in continuazione durante il raffreddamento adiabatico dell’aria che sale verso la cresta dell’“onda orografica“, per poi dissolversi altrettanto rapidamente durante la successiva discesa.
Gli altocumuli lenticolari prodotti dalle “onde orografiche” sono molto comuni sulla dorsale appenninica quando scorrono forti flussi sud-occidentali, sulle Alpi in presenza di un intenso “getto” in quota da nord-ovest o da Nord, e sui rilievi interni della Sardegna e della Sicilia quando si attivano impetuose correnti occidentali o nord-occidentali nella libera atmosfera (850 hpa). Sull’Etna, come sulle vette più alte delle Madonie, Nebrodi e Aspromonte, si generano solitamente quando si verificano intensi scorrimenti umidi dai quadranti occidentali, spesso corrispondenti in quota con il passaggio di un ramo secondario del “getto polare”.
La loro formazione indica che in quel punto si è originata l’”onda orografica” con le annesse turbolenze atmosferiche. Il fenomeno delle “onde orografiche”, seppur molto affascinante, può risultare molto pericoloso per la navigazione aerea, soprattutto per i velivoli piccoli, come gli ultra leggeri o i Piper, che risultano fortemente esposti a queste turbolenze. Durante il tramonto o l’alba le nubi lenticolari generate dalle “onde orografiche” possono produrre degli effetti veramente spettacolari quando i raggi solari, colorati di rosso, illuminano i vari elementi che le compongono.