Gli attivisti per il clima colpiscono ancora e stavolta neanche la neve riesce a fermali. Teatro dell’ultima protesta è stato il Traforo del Monte Bianco. Una protesta di attivisti di Ultima generazione e dei loro omologhi d’oltralpe ‘Dernière Rénovation’ ha rallentato il traffico a partire dalle 12.30, sia sul versante italiano sia su quello francese.
Dal lato italiano, otto persone si sono sedute al centro della carreggiata, legandosi vicendevolmente le caviglie con delle catene di sicurezza per motorini. Tra le persone sedute in strada, c’era anche un passeggino, simbolo delle future generazioni. A quasi un’ora dall’inizio del blocco, trascorsa interamente sotto una continua nevicata, verso le 13:15 i Vigili del Fuoco e gli agenti di Polizia hanno fornito agli attivisti alcune coperte isotermiche. Il traffico è stato interrotto per un’ora, dopo la quale tutti i presenti sono stati portati via a bordo di auto della Polizia.
La viabilità al Traforo del Monte Bianco è ripresa regolarmente alle 13.55, fa sapere il gestore della galleria (il Geie-Tmb), e i veicoli che erano presenti nel traforo al momento della protesta hanno potuto proseguire la loro marcia all’esterno. Sul versante francese il blocco degli attivisti di ‘Dernière Rénovation‘ è stato rimosso dalla Gendarmerie. Qui i militanti – si legge sul profilo Twitter dell’organizzazione – erano una ventina e hanno distribuito caffè a chi era rimasto bloccato in coda. Un camionista ha ricambiato, offrendo loro dei dolci.
Questa azione segna il primo atto di collaborazione durante un blocco stradale tra le campagne della rete internazionale A22. Le due campagne sono unite nel chiedere ai rispettivi governi di agire tempestivamente sui cambiamenti climatici e di salvare le vite dei concittadini finché c’è tempo per farlo. In Italia, Ultima Generazione chiede al governo di tagliare i finanziamenti ai combustibili fossili per portare risorse all’incremento di energia rinnovabile. In Francia, Dernière Rénovation chiede un ampio programma politico per isolare gli edifici e che i lavori siano interamente finanziati per le famiglie povere.
Gli attivisti rischiano la denuncia
Gli attivisti di Ultima generazione sono stati portati negli uffici della Polizia di frontiera, dove è in corso la loro identificazione. Rischiano una denuncia per manifestazione non preavvisata, resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Sul posto sono intervenuti anche Digos, scientifica e volanti della questura di Aosta, con la Polizia stradale a regolare il traffico.