“Secondo una prima stima ci sono circa 80mila metri cubi di fanghi e altro materiale da rimuovere. Immaginare di caricarli su dei camion che poi vanno sui traghetti diventa una giostra economicamente insostenibile e ambientalmente paradossale”. Lo ha detto il Vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, nel corso di un’audizione della commissione Ambiente della Camera sul decreto Ischia dopo la frana che il 26 novembre ha colpito il territorio di Casamicciola.
Il Commissario straordinario per la Protezione Civile a Ischia, Giovanni Legnini, ha parlato della rimozione di fanghi e detriti definendola una “operazione difficile e complicata” e il primo step è individuare siti di stoccaggio provvisorio, dopodiché si cercherà di “privilegiare il riuso virtuoso di questi materiali”. Bonavitacola ha chiarito che non ci sono “elementi contaminanti”, come emerso da una prima valutazione dei detriti. Sulla base di analisi tecniche, si valuterà la “possibile riutilizzazione” dei materiali “con un uso a fini di ripascimento o in opere infrastrutturali di carattere marittimo“.
Calcaterra: “360 persone ospitate in albergo”
“Attualmente ci sono 360 persone ospitate in albergo, gli altri hanno trovato una sistemazione autonoma”. Sono i dati forniti dal Commissario prefettizio di Casamicciola Simonetta Calcaterra nel corso di un’audizione della commissione Ambiente della Camera sul decreto Ischia.
Inoltre, Calcaterra ha spiegato che non basta il fondo di 1.795.000 euro per assicurare al Comune di Casamicciola il gettito dei tributi non versati nel 2022 e 2023 per effetto delle sospensioni previste dal ddl Ischia. “L’ufficio finanziario del Comune di Casamicciola – ha spiegato Calcaterra – ha elaborato un documento sulla base degli introiti dei periodi corrispondenti delle annualità 2021 e 2022 e ha potuto ricavare un importo presunto, con un’aderenza alla realtà maggiore, per mancato introito di Tari, Imu e addizionale Irpef. Secondo questo calcolo la cifra è 3.874.089 euro, a fronte del ristoro previsto nel ddl di 1.795.000. Siamo piuttosto lontani”. Calcaterra ha sottolineato che “questo ammanco creerebbe ripercussioni negative in termini di cassa, e posso dire quale amministratore locale del Comune di Casamicciola che l’ente si troverebbe in difficoltà a garantire ai cittadini i servizi essenziali”.
Calcaterra ha ricordato che la popolazione è stata già colpita duramente dal terremoto di cinque anni fa ed una mancata risposta dello Stato a tali istanze aumenterebbe la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Ha poi affermato che nel comune incombono tuttora pericoli oggettivi che bloccano di continuo le strade, il porto, le scuole e qualsiasi attività produttiva.
Legnini: “più risorse per la messa in sicurezza, al momento non ce ne sono”
“Il mio primo pensiero va ai familiari delle vittime. È di loro che dobbiamo tener conto, e delle persone che stanno soffrendo nell’approcciarci a questo provvedimento”. Lo ha detto Giovanni Legnini, durante un’audizione alla Commissione Ambiente della Camera. “Esistono una serie di interventi non rinviabili, come il ripristino della strada statale che finché sarà chiusa taglierà l’isola a metà”, ha chiarito Legnini.
“Altra attività importante è l’individuazione del rischio residuo così, che prima della stagione turistica si possa intervenire con le procedure di somma urgenza per ripulire gli alvei, rimuovere i massi pericolosi e fare tutti quello che si sarebbe dovuto fare già negli anni passati in termini di manutenzione”, dice ancora il Commissario.
“Occorrono strumenti normativi e risorse per la messa in sicurezza idrogeologica del territorio, perché al momento risorse disponibili non ce ne sono, tranne quelle stanziate a suo tempo“, ha detto Giovanni Legnini. Le risorse, ha sottolineato, sono necessarie “sia per gli interventi urgenti e immediati di riduzione del rischio che per quelli necessari ad avviare una strategia più strutturale e più importante per l’eliminazione e la riduzione del rischio idrogeologico, a partire dal territorio del comune di Casamicciola ma diffuso su tutto il territorio isolano”.
Legnini: “favorevole a indennizzo per chi deve delocalizzare”
Legnini si è detto favorevole all’ipotesi di “monetizzazione delle delocalizzazioni” per chi risiede in aree a rischio frana. Ha ricordato che “nel Centro Italia mi sono opposto alla monetizzazione delle delocalizzazioni perché nei territori montani dell’interno significa mettere la firma sulla morte di questi territori. Sull’isola d’Ischia questo tema va posto in modo inverso: si tratta di alleggerire il carico urbanistico, e quindi una monetizzazione della possibilità di indennizzare di acquistare un immobile altrove è importantissimo. Quando nei mesi scorsi ho disposto una ricognizione, già su circa 750 istanze pervenute un centinaio di cittadini, ben prima della frana, avevano detto che erano disponibili a ottenere un indennizzo per non ricostruire e acquistare casa o azienda altrove. Introdurre questo elemento in questa fase aiuterebbe molto ad alleggerire il carico urbanistico e a soddisfare i diritti dei cittadini. Poi discuterà la Commissione se deve riguardare solo le superfici legittime o anche quelle legittimabili o una parte di esse. È un tema molto politico – ha concluso Legnini – sul quale non mi permetto di entrare“.
Legnini: “serve norma per unificare le ricostruzioni post sisma e frana”
“Bisogna emanare una norma di unificazione tra la ricostruzione post sisma del 2017 e post frana del 26 novembre scorso, perché c’è una interrelazione strettissima. Di ricostruzione post sisma me ne occupo in concreto dal mese di marzo scorso – ha spiegato Legnini – e abbiamo impiegato 6 mesi per disboscare una giungla normativa procedurale che appariva inestricabile, e che determinava uno stallo non superabile per come erano state congegnate norme e procedure. Sul piano di ricostruzione eravamo arrivati al dunque, il 31 maggio avevo emanato un’ordinanza di forte semplificazione e quelle disposizioni stavano iniziando a dare qualche frutto importante, insieme al piano della ricostruzione che spetta di definire alla Regione Campania, che nel corso del 2022 aveva espletato tutte le attività”.
“Il piano – ha aggiunto – era pronto ad essere varato, anzi il 28 novembre mattina era stato convocato un incontro con i sindaci per valutare le proposte di delocalizzazione degli edifici nelle aree a rischio sismico e idrogeologico verso altri siti. Ma la sorte ha voluto che accadesse quello che è accaduto. Quindi integrare questi due processi è assolutamente necessario, non solo per sovrapposizione territoriale ma anche perché l’una condiziona l’altra”.