Energia, Realacci: “bene ricerca sulla fusione ma attenti ai risultati collaterali”

Secondo Realacci va bene continuare "la ricerca sulla fusione stando però attenti anche ai risultati collaterali che possono venire da questa ricerca"
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Ho sempre sostenuto che la ricerca sulla fusione andava portava avanti, ora quello che è accaduto è molto distante da qualsiasi applicazione pratica. La fusione richiede enormi temperature che è molto difficile confinare, finora si adoperavano dei grandi campi magnetici il che comportava un dispendio maggiore di energia rispetto a quella ricavata. Adesso, per la prima volta, si è messa una quantità enorme di energia ottenendo l’1% in più di energia di quella spesa. Tuttavia, stabilizzare questa cosa nel tempo e renderla praticabile richiederà se va bene 30 anni. Avremo forse una applicazione pratica di questo risultato nel giro di alcuni decenni, non è una risposta ai problemi che abbiamo davanti ma la ricerca va continuata assolutamente, non solo per le prospettive che nel futuro non vicino può aprire ma anche perché queste ricerche possono ottenere risultati in altri campi, come è stato con l’energia fotovoltaica figlia dei voli spaziali e oggi un pezzo dell’energia che possiamo mettere in campo“.

E’ quanto dichiarato all’Adnkronos da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. Realazzi è tra i promotori del referendum sul nucleare del 1987. “Continuare, quindi, la ricerca sulla fusione – raccomanda Realacci – stando però attenti anche ai risultati collaterali che possono venire da questa ricerca e non usando la ricerca sulla fusione per bloccare le cose che dobbiamo fare subito, altrimenti siamo dipendenti dai fossili e paghiamo più cara l’energia“.

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