Consumi di energia elettrica in forte calo a novembre. Secondo quanto rilevato da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nel mese scorso la domanda di elettricità nel nostro Paese è stata pari a 25 miliardi di kWh, valore in diminuzione del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2021. Nei primi undici mesi, la richiesta di energia elettrica è sostanzialmente in linea con i valori del 2021 (-0,8% il dato rettificato). Novembre ha avuto gli stessi giorni lavorativi (21) e una temperatura media superiore di circa 0,3°C su novembre 2021. Il dato destagionalizzato e corretto dall’effetto della temperatura è -5,2%.
A livello territoriale – spiega Terna – la variazione tendenziale negativa della domanda di elettricità a novembre è risultata uniforme in tutte le aree del Paese (Nord, Centro, Sud e isole). In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica di novembre, destagionalizzato e corretto dall’effetto temperatura, risulta in aumento dello 0,9% rispetto a ottobre 2022. Nel mese di novembre 2022 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’83,1% con la produzione nazionale e per la quota restante (16,9%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta è risultata pari a 21 miliardi di kWh, in diminuzione del 14,5% rispetto a novembre 2021.
Le fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 7,3 miliardi di kWh, coprendo il 29,3% della domanda elettrica (contro il 27,7% del novembre 2021), con le seguenti variazioni rispetto a novembre dello scorso anno: fotovoltaico +31%, eolico +12,2%, idrico -18,8% e geotermico -1,3%. In particolare, il 22 novembre 2022, in una settimana caratterizzata da elevata ventosità, è stata registrata la giornata con la maggior produzione eolica dal 2018. La produzione delle fonti rinnovabili è stata così suddivisa nel mese di novembre: 30,8% idrico, 26,3% eolico, 20,3% biomasse, 16,6% fotovoltaico e 6% geotermico.
Nonostante il risparmio che ha determinato il tonfo dei consumi, le fonti rinnovabili oggi non bastano a soddisfare neanche un terzo del fabbisogno energetico del nostro Paese.
In forte calo la produzione di energia termica (-18,9%), mentre il saldo import-export ha visto una variazione complessiva pari a +93,8%, dovuta a una diminuzione dell’export (-40,9%) e una crescita dell’import (+65,7%). L’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, registra una flessione del 7,6% rispetto a novembre 2021. Positiva la variazione dei comparti della chimica, dei mezzi di trasporto e degli alimentari, in flessione tutti gli altri settori. In termini congiunturali, la variazione dell’indice risulta in flessione dell’1,7% rispetto a ottobre.