L’apparecchiatura climatica più longeva utilizzata per misurare i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre è andata in tilt lunedì sera e attualmente non sta registrando dati a causa dell’eruzione del vulcano Mauna Loa alle Hawaii.
Il vulcano attivo più grande del mondo ha generato un’eruzione a partire da domenica, per la prima volta in 38 anni, emettendo lava a cascata lungo il pendio, invadendo la strada utilizzata per accedere al Mauna Loa Observatory.
L’eruzione ha interrotto l’alimentazione e l’accesso allo strumento climatico utilizzato per mantenere la cosiddetta “curva di Keeling“, misurazione autorevole dell’anidride carbonica atmosferica. Il grafico della curva di Keeling comprende le misurazioni giornaliere della concentrazione di anidride carbonica effettuate a Mauna Loa dal 1958.
L’eruzione ha spinto i ricercatori dello Scripps Institution of Oceanography dell’Università della California a San Diego – che gestisce le misurazioni all’osservatorio – a cercare una posizione alternativa per l’attrezzatura.
La curva di Keeling è fondamentale per monitorare le emissioni. Il fatto che lo strumento abbia misurato le variazioni dei livelli di anidride carbonica per più di 60 anni praticamente ininterrottamente lo ha reso una fonte autorevole sul principale gas serra.
Mauna Loa è il luogo ideale per misurare i livelli di anidride carbonica a causa della sua grande distanza da altre grandi masse terrestri delle Hawaii, per l’aria limpida e per la posizione sulla cima della montagna. L’osservatorio si trova a più di 3 km sopra il livello del mare, lontano da importanti fonti di inquinamento. Anche la National Oceanic and Atmospheric Administration misura l’anidride carbonica a Mauna Loa, utilizzando però uno strumento diverso.
Nel corso della sua storia sono state poche le volte in cui le letture non sono state disponibili: un periodo nel 1964 a causa di tagli al bilancio federale e un breve periodo nel 1984 quando l’ultima eruzione del Mauna Loa ha interrotto le linee elettriche. Durante quest’ultimo caso, i ricercatori hanno dovuto installare un generatore nell’osservatorio per riprendere le operazioni. Ora sono impegnati in una corsa contro il tempo per trovare una posizione sostitutiva nelle vicinanze, lontana dai flussi di lava, per ripristinare le misurazioni dei dati.