L’Italia, con l’impianto laser ABC di Frascati, ha obiettivi ambiziosi. Come condurre esperimenti su piccola scala per trovare nuove strategie e soluzioni tecnologiche per la Fusione nucleare che permettano di arrivare a risultati storici come quello annunciato oggi dalla National Ignition Facility (Nif) negli Usa. L’impianto è nato alla fine degli anni Ottanta ma tuttora operativo e proiettato al futuro. E’ quanto spiega il responsabile Fabrizio Consoli dell’Enea.
Nel settore della Fusione nucleare a confinamento inerziale con laser, “la National Ignition Facility (Nif) è sicuramente l’impianto più potente al mondo – spiega l’esperto – ma ce ne sono anche altri in vari Paesi. Il principale è il Laser MegaJoule in Francia, che è quasi gemello del Nif americano e che raggiungerà il massimo delle prestazioni tra questo e il prossimo anno. Poi c’è un impianto in costruzione in Russia, uno leggermente meno performante in Cina (chiamato ShenGuang-III) e un altro piccolo impianto sempre negli Stati Uniti, chiamato Omega, che opera a qualche decina di migliaia di joule. Più si scende nell’ordine dell’energia e più sono i progetti”.
L’Italia, che “è tra i Paesi più agguerriti con gruppi di ricerca che sono stati dei veri pionieri nell’ambito della Fusione a contenimento inerziale“, concorre con il laser Abc che lavora con energie dell’ordine dei 200 joule e non dei 2 milioni usati dal Nif. “Gli esperimenti non sono confrontabili, lavoriamo su scale diverse – sottolinea Consoli – ma nella pratica studiamo in piccolo gli stessi fenomeni fisici alla base del processo di Fusione“. E nella pratica, avere dimensioni più piccole può essere anche un vantaggio. “I laser dei grandi impianti possono produrre un numero finito di spari, mentre noi, lavorando a energie più basse, possiamo lavorare su un numero superiore di eventi, raccogliendo molti più dati che possono aiutarci a ottimizzare diversi aspetti del processo, come i materiali, l’irraggiamento e la possibilità di utilizzare combustibili alternativi”.