L’Italia resta idricamente rovesciata: acqua abbondante al Sud, continua la sofferenza del Po

ANBI: il surplus pluviometrico di Novembre al Sud è del 50% rispetto alla media storica
MeteoWeb

Piove al Sud, così così al Centro, in maniera insufficiente a risolvere la crisi al Nord: è questa la fotografia del settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche. Nelle regioni meridionali, il surplus pluviometrico di Novembre è del 50% rispetto alla media storica.

La considerazione è duplice – riflette Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Di fronte ad eccezionali dati pluviometrici, se negli anni scorsi una visione del sistema Paese non avesse dotato il Sud di numerosi invasi, oggi ne subiremmo solo i danni. Oggi è necessario applicare quella intuizione alle numerose criticità, che si stanno registrando nel Paese, utilizzando al meglio il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

In Puglia, “la prima decade di Dicembre ha visto una sovrabbondanza di pioggia anche di 80 millimetri (ad Otranto, per esempio) rispetto al consueto e, al contempo, uno scarto positivo delle temperature massime fino a 5 gradi; a beneficiarne sono anche i bacini regionali, che in una settimana segnano oltre 4 milioni di metri cubi d’acqua in più. Nella stessa regione, anche Novembre aveva regalato piogge abbondanti con concentrazioni maggiori nel Salento meridionale (circa 150 millimetri di media),” spiega l’ANBI in una nota. In Basilicata, a Novembre, “si sono registrati oltre 300 millimetri di pioggia a Pescopagano e mm. 250 a Monticchio, nel potentino; ne deriva una buona condizione delle disponibilità idriche, poichè gli invasi, in una dozzina di giorni, hanno incrementato di 22 milioni di metri cubi, il volume d’acqua trattenuto. In Calabria piove abbondantemente da circa un mese, così come in Sicilia. In Campania, le piogge copiose hanno rivitalizzato i fiumi e riempito gli invasi. In Campania, i livelli idrometrici dei fiumi offrono informazioni pressochè uniformi: Garigliano, Volturno e Sele sono in aumento così come i bacini del Cilento sul fiume Alento; nello specifico, l’invaso di Piano della Rocca, con 19 milioni di metri cubi, si presenta in aumento, con un riempimento al 77% della capacità ed un volume invasato, maggiore del 3,92% rispetto ad un anno fa“.

Anche in Centro Italia, “le piogge di Novembre (tra il 20% e il 30% in più rispetto alla media) e Dicembre stanno parzialmente riequilibrando la situazione idrologica: a Roma, nel mese in corso sono finora caduti oltre 100 millimetri di pioggia; in provincia di Frosinone, a Novembre le precipitazioni sono state superiori ai 200 millimetri (il record: mm. 395 a S. Giorgio al Liri). In Toscana, le precipitazioni più copiose si stanno concentrando sulle aree a Nord e sull’Appennino (in cinque giorni, sull’Abetone sono caduti 150 millimetri di pioggia). Si aggirano sui 20 millimetri le piogge cadute in 3 giorni sulle Marche, con concentrazioni maggiori nel Nord della regione ed inferiori lungo il bacino del fiume Tronto; si registrano visibili incrementi nei livelli idrometrici dei fiumi (principalmente Esino, Sentino e Potenza), mentre in un paio di settimane, la disponibilità d’acqua negli invasi della regione è salita di oltre 2 milioni di metri cubi. In Umbria, Dicembre ha portato fino ad oggi circa 90 millimetri di pioggia, comportando un rialzo di circa 2 metri e mezzo nei livelli del Tevere nell’alto corso. Nel Lazio, il livello del lago di Bracciano cresce di ben 16 centimetri; dopo settimane di sofferenza, è buona la condizione dei fiumi di Roma (Tevere ed Aniene), mentre il Sacco torna sotto lo zero idrometrico. In Sardegna, dove lo stato di riempimento dei bacini registrava un deficit rispetto alla media del recente quadriennio, abbondanti piogge si sono abbattute sulla parte Nord Occidentale dell’Isola con un picco di mm. 50, in 24 ore, a Stintino mentre, su base settimanale, i valori maggiori si sono registrati nella fascia centro-occidentale“.

Al Nord Italia, invece, “la situazione idrologica rimane sostanzialmente invariata, nonostante alcune piogge ed una diffusa percezione di umidità: in Novembre, a differenza delle regioni centro-meridionali, si è registrato un ulteriore deficit pluviometrico (stimabile fra il 40% ed il 50%), tale da determinare una situazione di grave deficit per i grandi laghi ed il fiume Po. Per quanto riguarda i maggiori invasi, a stare peggio è il lago Maggiore con una percentuale di riempimento appena superiore al 25%, mentre gli altri bacini si aggirano comunque attorno al 30%. In Piemonte, le portate dei fiumi Orco, Pesio e Sesia segnano un lievissimo incremento, mentre Stura di Lanzo e Stura di Demonte decrescono; repentino è il calo del Tanaro, sceso in una settimana da 46,2 metri cubi al secondo a mc/sec 26,8. Il Po registra un deficit idrico che, rispetto alla media mensile, tocca 76,33% a Torino; va un po’ meglio verso il delta dove, a Pontelagoscuro, lo scarto negativo si aggira attorno al 25%. Scende vistosamente il livello della Dora Baltea in Valle d’Aosta, dove piove e nevica maggiormente nella parte occidentale. La maggiore altezza dello strato nevoso al suolo si registra a Morgex Lavancher con cm. 121 mentre, nel resto della regione, la media è di cm. 40 ca. Cala anche il fiume Adda in Lombardia, dove in questi giorni sono cadute solo poche gocce di pioggia (la punta è stata Mantova con 8 millimetri!); confortante, invece, è il primo strato nevoso sulle aree montane: a Ponte in Valtellina è già di circa 1 metro. In Veneto migliora la situazione del fiume Piave e, seppur di poco, dell’Adige; tornano a calare, invece, i livelli di Bacchiglione e Livenza ancora ai minimi del recente quinquennio. In Emilia Romagna, i fiumi Savio ed Enza superano i livelli medi mensili, mentre Secchia e Taro vedono ridimensionarsi le portate dopo gli exploit della scorsa settimana. In Liguria, le precipitazioni più consistenti si sono avute nello Spezzino (circa 50 millimetri lungo la costa, sui monti intorno a mm. 60), mentre piogge meno copiose hanno bagnato il resto della regione“.

Di fronte al confermarsi di una condizione idrica fortemente differenziata fra Nord e Sud del Paese, emerge la necessità di infrastrutture, capaci di calmierare una contingenza dai profondi riflessi sociali ed economici – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Al Governo chiediamo una visione, che torni ad avere il territorio al centro; il Piano Laghetti, il Piano Invasi, il Piano di Efficientamento della Rete Idraulica sono strumenti, perlopiù cantierabili, che mettiamo a disposizione del Paese”.

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