Multa da 100 mila euro alla regione Veneto: “violata privacy dei sanitari no-vax”

Secondo il Garante della privacy la Regione Veneto avrebbe violato i dati personali dei medici no-vax, diffusi al fine di convincerli a vaccinarsi
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Eravamo (quasi) in piena pandemia quando, nell’aprile 2021, la Regione Veneto aveva chiesto ai medici del lavoro di mettere in atto una azione di convincimento nei confronti dei colleghi che non volevano vaccinarsi. Ora, proprio per quell’iniziativa, la Regione Veneto è stata condannata a pagare 100mila euro. L’accusa è quella di aver violato la privacy dei sanitari non vaccinati. La sanzione è stata inflitta dal Garante per la protezione dei dati personali.  La Regione dovrà ora pagare, ma ha già annunciato di voler ricorrere in Tribunale, per chiedere l’annullamento del provvedimento.

Il Garante ha avviato l’istruttoria dopo una serie di denunce e ha ricostruito l’iter della vicenda. Quando la regione aveva deciso di convincere tutti i medici a vaccinarsi, erano 61mila i sanitari non ancora vaccinati, operanti in strutture pubbliche e private, tra cui 12.500 dipendenti delle strutture sanitarie regionali. Secondo la legge le Ulss dovevano verificare i singoli casi. A questo scopo la Regione aveva coinvolto i medici del lavoro appartenenti a diverse aziende sanitarie perché convincessero i colleghi a vaccinarsi. A tale scopo i medici del lavoro avevano così ricevuto l’elenco di chi non si era vaccinato ed era residente nella provincia di propria competenza.

Ed è propri in quest’ultimo passaggio che, secondo il Garante, sta la violazione della privacy. Secondo l’Autorità che protegge i dati personali, “la sistematica e generalizzata messa a disposizione delle liste, pur non riguardando dati relativi alla salute, ha comunque dato luogo a una comunicazione di dati personali non prevista dalla legge”. Si tratta, in particolare, del codice fiscale, del nome e cognome, di data di nascita e sesso. Il Garante ha dato atto alla Regione di aver operato in buona fede, vista la fase emergenziale, ma ha sanzionato la violazione della privacy.

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