Straordinario spettacolo nelle scorse ore a Sheridan, deliziosa città montana dello Wyoming, nel cuore più selvaggio e genuino degli Stati Uniti d’America. Proprio qui, ai piedi del paradiso naturale dei Monti Bighorn, dopo una nevicata si è verificato l’affascinante fenomeno atmosferico delle nubi di Kelvin e Helmholtz, tra le più suggestive e spettacolari in assoluto.
Si tratta di un particolare tipo di nubi, di rarissima bellezza, che presenta la forma di una serie di onde marine. Sono nuvole determinate da un tipo di instabilità fluidodinamica tra strati atmosferici. Devono il loro nome ai fisici William Thomson Kelvin, irlandese, ed Hermann von Helmholtz, tedesco, che hanno scoperto che se due fluidi a contatto tra loro si muovono a velocità diverse, alla prima perturbazione che avviene nel punto di contatto tra i due si formeranno perturbazioni e vortici che ne andranno a far perdere definitivamente la configurazione che era presente all’inizio. Uno scenario valido anche in libera atmosfera, dove produce questo tipo di nuvole così particolari a forma di onde marine con tanto di cresta.
Questa discontinuità in libera atmosfera può essere provocata dal flusso di una corrente d’aria che scorre al di sopra di un’altra massa d’aria che si muove con velocità o direzione differente. E viceversa. Tanto è maggiore lo “Shear” verticale dei venti troposferici orizzontali tanto maggiori saranno le possibilità per l’attivazione dell’instabilità di Kelvin e Helmholtz (non per caso è nota anche come instabilità da “Shear” orizzontale). Ciò da luogo a grandi turbolenze, che si propagano lungo la troposfera attraverso dei vortici verticali che molto spesso assumono l’aspetto di una onda marina molto minacciosa. Nella maggior parte dei casi la discontinuità del vento crea una serie di strati nuvolosi che ondeggiano sulla cresta delle onde atmosferiche. Quasi sempre queste ondulazioni, prodotte da queste forti turbolenze atmosferiche, intraprendono delle traiettorie a forma di spirale (vortici spiraliformi). Quando una nuvola o un addensamento nuvoloso si trova o si forma fra due masse d’aria con moto differente o tra due venti con la stessa direzione, ma velocità diversa, tende ad assumere delle forme bizzarre, come quelle di una grande onda marina che si abbatte sulla costa. In determinate occasioni si vengono a sviluppare delle nubi davvero molto spettacolari e impressionanti che possono destare un po’ di preoccupazioni, ma è solo tutta impressione da parte dell‘osservatore. Queste nuvole, ribattezzate anche con il termine di “nubi tsunami”, in realtà sono innocue e a parte la spettacolarità, non producono alcun fenomeno significativo nei bassi strati. Si tratta solo di forti turbolenze che riguardano gli strati più elevati della troposfera, dalla durata piuttosto limitata.
Il fenomeno è molto noto negli USA centro-meridionali e nelle regioni dell’Australia orientale. Ma anche in Europa, specie in quella mediterranea, questo tipo di nubi sono tutt’altro che rare. In paesi come l’Italia, caratterizzati da una complessa orografia che agevola condizioni di forti “Shear” verticali in seno ai venti troposferici orizzontali, il fenomeno è meno raro di quanto si possa pensare. Il problema riguarda la sua osservabilità visto la durata limitata solitamente a pochi minuti, per questo le segnalazioni sono molto scarse. Proprio su MeteoWeb appena tre mesi fa abbiamo segnalato la loro presenza in Calabria, sulla dorsale tirrenica dell’Aspromonte.