La capsula Orion della missione Artemis ha eseguito un’accensione cruciale del motore durante un importante sorvolo della Luna. La navicella senza equipaggio ha effettuato un burn della durata di 207 secondi, il più lungo della missione, alle 17:43 ora italiana, mentre si trovava a soli 128 km sopra la superficie lunare.
Orion ha effettuato un flyby sul lato nascosto della Luna, con prevista perdita di contatti, ripresi una volta tornata nella visuale della Terra. La manovra ha consentito di utilizzare la Luna come “fionda” per il ritorno verso la Terra.
Artemis I è un test per Orion e il razzo Space Launch System (SLS) della NASA, che ha lanciato la capsula il 16 novembre. Se tutto andrà bene con la missione, il duo lancerà gli astronauti intorno alla Luna con Artemis II nel 2024 con l’allunaggio in programma vicino al Polo Sud lunare circa un anno dopo con Artemis III.
Queste missioni fanno parte di una visione più ampia per creare una base lunare con equipaggio entro la fine del decennio, uno dei principali obiettivi del programma Artemis della NASA.
SLS ha svolto bene il suo lavoro durante il lancio di Artemis I e anche Orion ha soddisfatto le aspettative sulla missione, hanno affermato i funzionari della NASA.
La capsula è arrivata in orbita lunare come previsto il 25 novembre e l’ha lasciata nei tempi previsti il 1° dicembre, grazie ad un’accensione del motore durata 105 secondi.
Dalla Luna alla Terra, il rientro di Orion
Il “powered return flyby” di oggi ha messo Orion sulla strada per tornare sulla Terra l’11 dicembre: domenica la capsula entrerà nell’atmosfera terrestre a quasi 40mila km/h, sottoponendo lo scudo termico a un incredibile stress test. La struttura sperimenterà temperature di circa 2.800°C, la metà del valore che si registra sulla superficie del Sole.
Se lo scudo termico e i paracadute di Orion faranno il loro lavoro l’11 dicembre, la capsula effettuerà uno splashdown nell’Oceano Pacifico al largo della costa della California, ponendo fine alla missione Artemis I.