Orion, che tra poche ore rientrerà sulla Terra, ha portato messaggi segreti sulla Luna durante la missione Artemis I. Messaggi nascosti che sono rimasti in bella vista tutto il tempo.
“Abbiamo degli Easter Egg nella cabina di pilotaggio. Quindi, quando la vedrete, buona caccia gente!” ha detto Mike Sarafin, responsabile della missione Artemis della NASA, il 18 novembre, il 3° giorno della missione Artemis I. Con “Easter Egg” si intende un contenuto, di solito scherzoso, che i progettisti o gli sviluppatori di un prodotto, specialmente software, nascondono nel prodotto stesso. L’espressione rievoca la caccia all’uovo di Pasqua tradizionalmente svolta in alcuni Paesi nel periodo pasquale.
Gli Easter Egg all’interno della capsula Orion sono le barre bianche e nere tra i finestrini, il cardinale rosso sul lato destro, l’adesivo giallo a destra del portello con la scritta “CBAGF”, le barre bianche e nere accanto al logo (chiamato “verme”) della NASA sul simulatore di massa e i numeri sulla paratia anteriore a destra del tunnel di attracco.
Il primo dei messaggi ad essere decifrato dal pubblico è stato quello delle barre bianche e nere situate tra le finestre di Orion. Le barre sono in codice Morse: leggendo dal basso verso l’alto, i “trattini” e i “punti” compongono “Charlie”, un cenno a Charlie Lundquist, vicedirettore del programma Orion morto nel 2020.
Un simile omaggio è rappresentato dall’uccello sul lato destro della cabina. L’icona rappresenta per Mark Geyer, ex manager del programma Orion e direttore del Johnson Space Center – fan della squadra di baseball dei St. Louis Cardinals – morto nel 2021.
Le lettere C, B, A, G e F che appaiono su un adesivo giallo a destra del portello di Orion sono note musicali. Ognuna rappresenta una nota di apertura nella canzone del 1954 “Fly Me to the Moon” scritta da Bart Howard. Un decennio dopo, la stessa canzone eseguita da Frank Sinatra venne associata alle missioni Apollo sulla Luna.
Le barre bianche e nere accanto al logo della NASA indicano in codice binario il numero 18. L’ultima missione con equipaggio verso la Luna è stata Apollo 17, quindi è il numero successivo nella sequenza.
L’ultimo Easter Egg è quello dei numeri sulla paratia anteriore a destra del tunnel di attracco – 1, 31, 32, 33, 34, 39, 41, 43, 46, 47 e 49 – sono i codici delle nazioni che hanno partecipato alla costruzione di Orion: Stati Uniti e Stati membri ESA, Paesi Bassi, Belgio, Francia, Spagna, Italia, Svizzera, Austria, Svezia, Norvegia e Germania.
Artemis I non è la prima missione della NASA a includere messaggi nascosti che il pubblico può trovare. Quando il rover Curiosity ha iniziato a esplorare Marte nel 2012, le sue ruote hanno lasciato una traccia che recitava “JPL” in codice Morse, un riferimento al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California, dove viene gestita la missione. Allo stesso modo, gli ingegneri del JPL hanno progettato il paracadute di discesa per il rover Perseverance in modo che mostrasse il motto del laboratorio, “Dare Mighty Things” e le sue coordinate GPS in codice binario.
La pratica risale addirittura alla prima volta che la NASA è andata sulla Luna. Sebbene non siano stati visti dal pubblico fino a decenni dopo, i programmatori del MIT che hanno scritto il software di volo per la navicella Apollo 11 hanno incluso numerosi Easter Egg nel loro codice sorgente del 1969.