Domani, martedì 6 dicembre dalle ore 10 a Roma, si terrà l’evento “25 anni dell’Osservatorio climatico ENEA di Lampedusa”, un’infrastruttura permanente che fornisce informazioni integrate su mare, suolo e atmosfera in un’area particolarmente critica per i cambiamenti climatici come il Mediterraneo.
Al centro dell’evento le evoluzioni di alcuni dei parametri monitorati come temperatura, CO2, metano, i contributi alle principali infrastrutture di ricerca ambientali, anche internazionali – come il GAW WMO (Global Atmosphere Watch – Organizzazione Meteorologica Mondiale), ICOS (Integrated Carbon Observing System), ACTRIS (Aerosol, Clouds, and Trace gases Research Infrastructure) e EMSO (European Multidisciplinary Sea Floor and Water Column Observatory) – e i risultati del progetto ES-PA per lo sviluppo sostenibile dell’isola.
L’Osservatorio, nato 25 anni fa a consolidamento delle attività di monitoraggio dei gas serra iniziate nel 1992, è dedicato allo studio del clima del Mediterraneo e globale, ed è un punto di riferimento internazionale per la ricerca sui processi climatici. Oggi è un Osservatorio integrato che contribuisce a varie reti di misura globali sul clima (ad esempio il Global Atmosphere Watch dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale), e alle principali infrastrutture di ricerca ambientali Europee, sia sul ciclo del carbonio (Integrated Carbon Observing System, ICOS) che sul rilevamento di componenti atmosferici (Aerosol, Clouds, and Trace gases Research Infrastructure, ACTRIS) e marini (European Multidisciplinary Sea Floor and Water Column Observatory, EMSO). Tra i dati ottenuti dall’Osservatorio, ci sono ad esempio quelli utilizzati per controllare l’aumento della CO2 in atmosfera, la cui concentrazione è arrivata a circa 420 ppm (nel 1992 era pari a 355 ppm), e per studiare i meccanismi alla base della intensa e lunghissima ondata di calore dell’estate 2022.