In merito “all’articolo pubblicato da vari organi di stampa in relazione al presunto “salvataggio di 4 Siracusani sul versante Nord dell’Etna“, operato dal Soccorso Alpino, Vigili del Fuoco, SAGF, ecc. proveniente da varie zone nei pressi dell’Etna, sono costretto a smentire e precisare alcune cose“. Inizia così una comunicazione che la redazione di MeteoWeb riceve in merito ad un articolo, pubblicato anche dalla nostra testata, in data 3 dicembre.
Sulla vicenda, riportata dai media in base alle note stampa emesse dai gruppi di soccorritori, gli escursionisti hanno voluto precisare alcuni aspetti. “Premetto che i 4 escursionisti, gruppo del quale facevo parte, sono tutti rientrati a valle con le proprie gambe ed i propri mezzi, incontrando i soccorritori (circa una decina di persone!!!) solamente al rifugio Citelli ed uno solo degli escursionisti ne ha incontrati due alla base dello skilift “Anfiteatro” (ormai al sicuro e con ottima visibilità) dove era giunto autonomamente, dopo aver camminato in discesa ed in mezzo alla tormenta da solo“, si legge nella nota.
“Qui vi erano un gruppo di “soccorritori” con dei fuoristrada, nessuna motoslitta, intenti solo ad aspettare (cosa???) e solo perchè avvisati dall’escursionista stesso che ormai era in vista degli impianti sciistici e pertanto non aveva più bisogno di alcun aiuto a trovare la strada del ritorno. La cosa più grave è che uno degli escursionisti, contattato via w app e telefonicamente più volte dai Vigili del Fuoco (non ricordo di quale località), è stato imposto di non muoversi dal luogo dove si trovava, inviare la propria posizione ed aspettare (esposto al vento gelido e con la tormenta in corso!) “perchè i soccorsi stavano arrivando” (!). Cosa che tale escursionista ha fatto, rimanendo ad assiderarsi per circa un’ora, con il pericolo del sopraggiungere del buio di li a poco!“, scrive l’escursionista.
“Nessuno è salito al luogo ove l’escursionista si trovava. Solo grazie alle insistenze di un altro escursionista, già giunto da tempo al parcheggio del rifugio Citelli autonomamente, che faceva notare più volte ai “soccorritori” che rimanere fermo sarebbe stato pericoloso, l’ultimo escursionista è stato “autorizzato” a scendere verso valle ed autonomamente è giunto agli impianti sciistici (base degli stessi). Questa comunicazione di scendere arrivava all’escursionista rimasto in quota dall’amico che si trovava giù e non dai soccorritori. Ad onor del vero, riferendo lo svolgimento dei fatti ad un soccorritore del SAGF, questi ammetteva che il consiglio di rimanere fermo dato all’escursionista rimasto in quota era sbagliato. Ho ritenuto doverosa questa rettifica, nella piena consapevolezza che il soccorso alpino in generale effettua spesso un lavoro eccellente e pericoloso, unicamente per aver letto su vari organi di stampa una ricostruzione dei fatti non veritiera e fantasiosa (ritengo riferita degli stessi soccorritori), ma soprattutto perché le errate indicazioni date hanno rischiato di mettere in serio pericolo l’ultimo escursionista“, conclude la missiva firmata.
L’escursionista lamenta anche il fatto che, in effetti, la notizia sia trapelata mentre i quattro si trovavano ancora sull’Etna, e dunque ad operazioni ancora in corso. Il rischio sarebbe stato quello di allarmare inutilmente i familiari se fossero trapelate, insieme alle notizie, anche le identità dei componenti del gruppo di escursionisti.