“Sono 403 i cavalli lipizzani iscritti in Italia al Libro genealogico tenuto da Anareai, aderente a FedAna“: è quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per il riconoscimento Unesco concesso all’allevamento dei cavalli Lipizzani nell’ambito della 17ª sessione del Comitato del patrimonio culturale immateriale in corso a Rabat in Marocco. Il riconoscimento de “La tradizione dell’allevamento del Cavallo Lipizzano”, sottolinea la Coldiretti, “è frutto di una candidatura transnazionale con capofila la Slovenia e comprendente, oltre all’Italia, Austria, Bosnia, Croazia, Ungheria, Romania e Slovacchia“.
L’allevamento del cavallo Lipizzano, continua la Coldiretti, “rappresenta un complesso patrimonio di conoscenze e pratiche tramandatesi nel corso dei secoli nelle aree politicamente e geograficamente assoggettate all’influenza asburgica. La razza Lipizzana è il primo esempio documentato di razza costituita a partire da incroci pianificati tra soggetti di diversa provenienza (Spagna, Italia, Danimarca, Impero Austriaco, Penisola Arabica) selezionati nelle generazioni successive per le caratteristiche desiderate per l’uso della casa regnante: eleganza del passo, resistenza allo sforzo prolungato, temperamento vivace ma stabile. Dalla creazione della razza nel 1580 presso la città di Lipica, nell’odierna Slovenia, il cavallo Lipizzano – precisa la Coldiretti – si è diffuso in tutti i paesi dell’impero austro-ungarico con le caratteristiche della razza, ad iniziare dal mantello grigio perla, che sono state fissate nella seconda metà del 1700“.
“La razza – conclude la Coldiretti – è considerata autoctona del Lazio avendo superato tutti i requisiti di permanenza fissati dalla FAO per la conservazione della biodiversità animale“.