L’inverno 2021-2022 è stato caratterizzato da una grave carenza di pioggia e neve, sfociata poi in una grave siccità nei mesi estivi. Anche nella stagione 2022-2023, l’inverno è iniziato con il freno a mano tirato, con settimane di anticiclone e temperature sopra la media a partire da metà dicembre. CIMA Research Foundation fa il punto della situazione sull’attuale deficit di risorse idriche da neve nel 2023.
“Ci sono due variabili da tenere presenti quando si parla di neve e risorse idriche: l’estensione (dove) e la profondità della neve (quanta). Alimentando i nostri modelli fisici con le immagini satellitari, ITSNOW fornisce entrambe le informazioni in tempo reale”, si legge in un posto pubblicato sulla pagina Facebook di CIMA Research Foundation. “Ma quindi, quanta neve ci manca al momento? Secondo le nostre stime, attualmente ci manca circa il 69% dell’acqua accumulata nella neve a scala nazionale. In altre parole, stiamo registrando un deficit maggiore rispetto all’anno scorso, che è già stato un anno storico di siccità”, viene evidenziato.
“Sulle Alpi italiane abbiamo circa un terzo di risorse idriche nivali rispetto agli ultimi anni. Perché? Oltre alle scarse precipitazioni, dicembre 2022 è stato molto caldo. I nostri strumenti in tempo reale mostrano che la neve ha iniziato a fondere già a metà dicembre, molto prima del solito. L’anno scorso l’Appennino ha registrato un abbondante accumulo di neve, che significa che la siccità nevosa ha colpito soprattutto il Nord Italia. E quest’anno? No! Secondo i nostri modelli, quest’anno l’Italia centrale è ancora più colpita delle Alpi italiane (-84% in Abruzzo)”, si legge ancora nel post.
“Nel complesso, possiamo stimare che all’Italia manchino ad oggi 4 miliardi di metri cubi d’acqua sotto forma di neve (pari al 16% del Lago Maggiore). Poca neve in inverno = meno acqua in primavera e in estate, quando la domanda aumenta”, concludono gli esperti di CIMA Research Foundation.