Governi e società incentivano l’acquisto di auto elettriche. Ma dove ci porteranno queste politiche? In una campagna pubblicitaria statunitense del 1984 l’attrice Clara Peller chiedeva: “Dov’è il manzo?”. Si trattava della réclame di un fast food. La domanda era ovviamente retorica. Con la stessa retorica, oggi, Ronal Stein, ingegnere, consulente politico senior USA sull’alfabetizzazione energetica e coautore del libro candidato al Premio Pulitzer “Clean Energy Exploitations“, guarda al futuro e si chiede: “dov’è l’elettriticità?“.
Secondo Stein, l’enorme nube oscura sulle vendite previste di veicoli elettrici, cozza con la disponibilità di elettricità per caricare le batterie. La grande pecca delle vendite dei veicoli elettrici di cui nessuno vuole parlare è la quantità limitata di elettricità disponibile per caricarle. La flotta globale di veicoli stradali nel 2022 è stata di circa 1.446 miliardi. Di questa enorme flotta, solo 12 milioni erano veicoli elettrici (EV). Pertanto, meno dell’1% della flotta mondiale di veicoli stradali era costituita da auto elettriche. Dunque, oltre il 99% della flotta globale era “ancora da sostituire“.
Carenza di elettricità: società e governi tirano i remi in barca
Dopo oltre 15 anni di grandi sovvenzioni e crescenti requisiti normativi che mirano a promuovere i veicoli elettrici, meno dell’uno per cento dei veicoli stradali del mondo sono completamente elettrici. Nonostante questo, vi è una quantità limitata di elettricità. E i contraccolpi in tal senso sono stati numerosi. Durante un’ondata di caldo in Texas nel luglio 2022, Tesla ha chiesto ai suoi clienti di evitare di ricaricare le loro auto nelle ore di punta. Sempre per il caldo, in California nel settembre 2022, il governatore Newsom ha chiesto ai cittadini di non caricare le batterie dei veicoli elettrici. Il 55enne Gavin Newsom, lo ricordiamo, è lo stesso che vorrebbe vietare la vendita di auto a benzina dopo il 2035.
Ma la lista continua. Il nuovo governo svedese ha abolito i sussidi statali per le auto elettriche e le ibride plug-in. Il Regno Unito è invece in vantaggio rispetto alla maggior parte del mondo: protegge la propria rete elettrica con caricabatterie intelligenti. Inoltre, installa contatori separati per consentire agli utenti di ricaricare veicoli elettrici di pagare per una nuova rete.
Rischi in caso di blackout
Una grave carenza energetica, se le politiche dei governi procedono in tal senso, potrebbe causare disagi continui in tutto il mondo. Gli sforzi “net zero” vanno avanti, per ridurre le emissioni ad ogni costo. Si chiudono le centrali a carbone, gas naturale e nucleare a favore di massicci piani di costruzione per impianti eolici e solari inaffidabili. E in tanto i rischi in caso di mancanza di elettricità aumentano, soprattutto per gli anni a venire.
L’intermittenza dell’elettricità generata dalla brezza e dal sole con gli impianti eolici ha fatto sì che la capacità di generazione delle turbine eoliche e dei pannelli solari sia una capacità “farsa” di sostituire la generazione continua e ininterrotta di elettricità da carbone, gas naturale e nucleare.
Concretaente, man mano che aumenteranno le auto elettriche, e queste dovranno ricaricarsi dalle reti elettriche di tutto il mondo che non sono in grado di soddisfare la crescente domanda di elettricità, la domanda sempre più diffusa sarà: “dov’è l’elettricità?”.