La neve latita nel Centro Italia con gravi ripercussioni sugli impianti sciistici dell’area, ben rappresentate dalla pioggia di disdette delle prenotazioni persino per le festività. Su quasi cinquanta strutture degli Appennini, soltanto una garantisce ancora servizi. “C’è una situazione drammatica, praticamente non ha ancora aperto nessun impianto sciistico“, spiega in un’intervista all’AGI, Simone Munalli, direttore della Scuola sci Terminillo, nel Reatino. “Dall’Appennino emiliano in giù è tutto chiuso – spiega – con questo caldo record di quest’anno, iniziato il 10 dicembre, non è possibile neanche sfruttare la neve artificiale“.
Il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha chiesto all’esecutivo un “piano straordinario” dato che “gli operatori dell’Appennino bianco dopo le stagioni cancellate dal Covid, oggi sono alle prese con un altro momento nero che sta cancellando gran parte degli incassi dell’inverno con effetti che rischiano di essere irreversibili”. Impianti fermi anche all’Abetone, in Toscana, in una delle zone più iconiche dello sci del Centro Italia. Stesso discorso nelle Marche: senza neve gli impianti di Ussita (Macerata) sono in ginocchio. “Se continuerà a non nevicare saremo costretti a chiedere lo stato di emergenza ed aiuti economici”, ha spiegato Francesco Cangiotti, amministratori della Società funivie Bolognolaski.
In questi giorni, la situazione potrebbe cambiare: la neve è già tornata a cadere sulle Alpi e nelle prossime ore si intensificherà anche sull’Appennino centro-meridionale. “Confidiamo in un po’ di freddo e ovviamente nella neve”, spiega Munalli, “da metà mese dovrebbe il meteo dovrebbe cambiare. Ora siamo a +4°C a 1.600 metri, se la situazione non dovesse prendere un’altra piega il problema diventerebbe difficile da gestire”.
L’assenza di neve in Appennino sarà l’oggetto dell’incontro in programma mercoledì 11 gennaio tra il Ministro Daniela Santanchè e il Presidente degli impiantisti a livello europeo (Fianet) e italiano (Anef), Valeria Ghezzi.