Clima, l’esperto: “sfida di mitigazione ormai perduta, concentriamoci sull’adattamento”

L'intervento del Segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale Marco Casini al convegno sull’emergenza ambientale organizzato dal Comune di Roma 
MeteoWeb

La sfida della mitigazione, il mondo, l’ha persa. L’unica che possiamo combattere, oggi, è quella dell’adattamento ai cambiamenti climatici”. Il Segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Marco Casini, è intervenuto al convegno organizzato in Campidoglio dal Comune di Roma e ha innanzitutto focalizzato l’attenzione su quanto non è stato fatto, a livello planetario, in questi anni e su quanto occorre fare, ora, a livello globale ma anche locale per far fronte alla crisi ambientale.

L’appuntamento, aperto dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, rientra nelle attività capitoline per dar vita a un “piano di adattamento climatico urbano”. E, ha sottolineato Casini illustrando le attività in cui è impegnata l’Autorità e che possono servire da importante contributo in tal senso, la sfida oggi è proprio questa. Ha spiegato il Segretario generale parlando nella Sala consiliare Giulio Cesare e partendo da un aneddoto personale: “Come professore universitario mi occupo da molti anni di questi temi ed ero in questa stessa sala, nel 2009, a discutere il ‘Piano di azione per l’energia sostenibile e il clima’ di Roma Capitale. All’epoca si parlava soltanto di mitigazione. E si pensava di avere molto più tempo a disposizione per risolvere il problema. Nel 2010, si prevedeva che avremmo raggiunto l’aumento della temperatura di 1,5 gradi nel 2045. Adesso le previsioni dicono che con questi ritmi ci arriveremo nel 2035. Abbiamo perso dieci anni. E anzi già oggi c’è chi prevede che arriveremo a quella soglia entro soli cinque anni. La sfida della mitigazione l’abbiamo persa. Oggi dobbiamo affrontare quella dell’adattamento, perché i cambiamenti climatici non significano solo aumento della temperatura, ma anche siccità e dunque problemi igienico- sanitari, crisi ambientale, riduzione delle capacità energetiche”. L’impegno per mitigare gli effetti dell’impatto ambientale causato dalle attività umane deve continuare, ha sottolineato il Segretario generale dell’Autorità, e anzi salire di livello perché non si sta facendo abbastanza per far diminuire le emissioni di CO2. Ma non può essere questa l’unica strada da perseguire, con un mondo arrivato a 8 miliardi di abitanti e una richiesta di energia e di materiali che non può che aumentare. “E non dimentichiamo – ha proseguito Casini nel suo ragionamento – che le emissioni di CO2 non sono come quelle acustiche, cioè non è che se spegniamo tutte le fonti di emissione, i livelli di colpo si azzerano: rimangono nell’atmosfera ancora per molti anni”. Ecco perché il tema dell’adattamento “è centrale per la vita dei cittadini”.

L’Autorità, su questo, è fortemente impegnata. Casini ha illustrato le attività che vanno in questa direzione, sia quelle svolte nell’ambito della pianificazione del territorio, tese a garantire una difesa e una valorizzazione del suolo e di chi lo abita, che quelle relative a una gestione efficace ed efficiente delle risorse idriche. Il Segretario generale ha citato a tal proposito gli interventi sul fiume Paglia, uno dei principali affluenti del Tevere, che porteranno non soltanto alla mitigazione del rischio piene, ma anche a un importante recupero di acque da poter utilizzare in agricoltura o in periodi di siccità. Ha citato il Piano operativo ambiente, le attività dell’Osservatorio permanente sulla risorsa idrica e poi il potenziamento delle tecnologie a disposizione dell’Autorità per ottenere una più approfondita conoscenza del territorio e per monitorare e analizzare i dati raccolti. “Oggi, rispetto al 2009 – ha concluso riallacciandosi al ricordo iniziale – abbiamo a disposizione strumenti e saperi di fondamentale importanza. L’Autorità se ne sta già avvalendo e intende avvalersene sempre di più”. Il riferimento è all’utilizzo dei dati satellitari, del monitoraggio attraverso droni, dell’analisi con supporto dell’Intelligenza artificiale. E poi l’annuncio dell’ultimo progetto in cui è impegnata l’Autorità, un Digital twin di tutto il distretto idrografico, ovvero un “gemello digitale” utile non solo nell’analisi ma anche nelle previsioni di quel che può accadere sul territorio. Il primo tassello di questo Digital twin realizzato dall’Autorità sarà proprio relativo alla città di Roma.

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