Gianluca Vialli: solo cinque anni dalla scoperta del tumore al pancreas alla morte

Tre quarti dei malati di tumore al pancreas va incontro a decesso entro un anno dalla diagnosi: cinque anni, come nel caso di Gianluca Vialli, è la massima aspettativa di vita
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Cinque anni. E’ questa la massima aspettativa di vita di chi, come Gianluca Vialli, vede diagnosticarsi un tumore al pancreas. E’ una delle neoplasie più letali. Tre quarti dei malati, infatti, va incontro a decesso entro un anno dalla diagnosi. E dopo cinque anni dalla scoperta della malattia sono vivi solo otto pazienti su cento.

Era quasi un destino segnato quello di Gianluca Vialli, morto oggi a 58 anni. Curato al Royal Marsden Hospital di Londra, il campione della Sampdoria era curato da uno dei maggiori luminari mondiali, l’oncologo inglese David Cunningham. Il medico è a capo dell’unità grastrointestinale e linfoma della RMH sia a Londra che a Surrey. E forse proprio queste cure eccellenti hanno permesso all’ex calciatore di godere di queste cinque anni, vissuti pienamente seppur tra lacrime e sofferenze.

Gianluca Vialli e la famiglia

Non morirò prima di aver portato all’altare le mie figlie”, aveva dichiarato Vialli nel 2018. Ma il suo sogno non si è realizzato. Proprio le figlie Olivia e Sofia, però, insieme alla moglie Cathryn White Cooper, sono state preziose in questi anni. Ad aiutare il campione dopo la chemioterapia, infatti, è stato proprio l’amore della famiglia: “Le mie figlie mi hanno aiutato disegnandomi le sopracciglia e ho chiesto dei consigli a mia moglie sui trucchi da usare – ha raccontato in un’intervista del 2020 al quotidiano britannico The Times –. Abbiamo riso, devi ridere, hai bisogno di trovare il lato divertente, ma c’erano dei giorni in cui mi rinchiudevo in bagno per non farmi vedere piangere”,

La malattia, spiega oggi la famiglia, è stata “affrontata con coraggio e dignità. Ringraziamo i tanti che l’hanno sostenuto negli anni con il loro affetto. Il suo ricordo e il suo esempio vivranno per sempre nei nostri cuori“.

Massaggiatore Sampdoria: “malato di tumore al pancreas ha giocato con noi a calcio”

E’ ancora troppo presto, sono troppo triste“. Un commosso Sergio Viganò – noto massaggiatore in diverse squadre, alessandrino d’adozione, residente nel Monferrato a Lu – come già il 16 dicembre per la scomparsa del calciatore e allenatore Sinisa Mihajlovic, fatica a trovare le parole per salutare Gianluca Vialli. Vialli e Viganò insieme hanno percorso e vissuto un tratto di storia della Sampdoria.

E proprio ai blucerchiati è legato il ricordo di Viganò: “Lo scorso anno con tutti gli ex compagni di squadra ci siamo ritrovati nel suo castello a Grumello, nel Cremonese, per disputare un’amichevole. Nonostante i problemi di salute, giocò un quarto d’ora, pensa te. Lo voglio ricordare così“. Vialli era legato al territorio alessandrino non solo per il calcio, ma anche per e presenze sui campi di golf della provincia per i tornei organizzati dalla Fondazione creata con il collega e amico Massimo Mauro per raccogliere fondi da destinare alla ricerca sulla Sla. “Luca sarai sempre insieme a noi…“, il ricordo della Onlus sui social. Sempre disponibile anche per le iniziative benefiche sui ‘green’ del circuito locale SemCup.

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