L’intervento del Gruppo Operativo EMERSITO durante l’emergenza sismica della Costa Marchigiana Pesarese

In occasione del forte terremoto del 9 novembre lungo la costa delle Marche, il Gruppo Operativo EMERSITO si è attivato fin dalle prime ore dal sisma per organizzare un intervento sul campo
MeteoWeb

“In caso di emergenza sismica, il Gruppo Operativo EMERSITO si attiva per raccogliere dati finalizzati allo studio di possibili effetti di amplificazione del moto del suolo dovuti a particolari condizioni geologiche, geomorfologiche e geotecniche. Attraversando materiali di diversa compattezza durante la propagazione dalla sorgente verso la superficie terrestre, le onde sismiche possono infatti subire variazioni in termini di ampiezza, contenuto in frequenza e durata dello scuotimento. Anche in occasione dell’evento sismico di Mw 5.5 della Costa Marchigiana Pesarese del 9 Novembre, il Gruppo Operativo EMERSITO si è attivato fin dalle prime ore dal sisma per organizzare un intervento sul campo, con lo scopo di installare una rete temporanea di stazioni sismiche in grado di registrare le repliche dell’evento principale”. Lo riporta un articolo pubblicato sul blog INGVterremoti a cura del Gruppo Operativo EMERSITO.

“Dovendo pianificare l’installazione della rete temporanea nella zona epicentrale, le prime attività si sono focalizzate sulla raccolta delle informazioni che potessero aiutare nella scelta di aree potenzialmente soggette a effetti di amplificazione locale. Tra le informazioni necessarie, particolarmente importanti sono il danneggiamento prodotto e lo scuotimento registrato. Le evidenze di danneggiamento sono state raccolte dai tecnici della Protezione Civile della Regione Marche, dei Vigili del Fuoco locali e del Gruppo Operativo QUEST dell’INGV. Quest’ultimo è composto da un team di esperti dedicato al rilievo macrosismico e geologico post-terremoto che ha lo scopo di fornire, rapidamente e univocamente, il quadro degli effetti di danneggiamento nell’area colpita da un evento sismico di magnitudo uguale o maggiore di 5.0. In merito allo scuotimento, abbiamo preso in esame i valori di picco di accelerazione (PGA) del terreno registrati dalle stazioni delle reti permanenti presenti nell’area epicentrale, in particolare la Rete Sismica Nazionale dell’INGV (sigla IV) e la Rete Accelerometrica Nazionale del Dipartimento della Protezione Civile (sigla IT). Il rilievo macrosismico di QUEST ha evidenziato un diffuso risentimento lungo la fascia costiera tra Fano e Ancona, dove è stata stimata un’intensità massima pari al grado V EMS. I maggiori effetti di danneggiamento sono stati rilevati in un quartiere periferico di Ancona.

L’analisi delle accelerazioni di picco ha evidenziato che le stazioni di Ancona IV.PCRO e IT.ANB, distanti circa 50 km dall’epicentro, hanno registrato valori massimi pari a 198 e 165 cm/s2, rispettivamente. Stazioni posizionate a distanze simili, come IT.CTL a Cattolica e IV.FANO a Fano, quest’ultima a soli 31 km dall’epicentro, hanno registrato valori di picco ben inferiori, pari a 32 e 52 cm/s2 rispettivamente. Questi dati hanno quindi messo in evidenza un’anomalia nella distribuzione del risentimento che potrebbe essere attribuibile, tra le possibili cause, anche ad effetti di amplificazione locale. A causa dell’elevato valore di PGA registrato localmente, l’intervento del Gruppo Operativo EMERSITO si è concentrato nell’area urbana di Anconaper l’installazione di una rete temporanea di 11 stazioni sismiche. Grazie alla collaborazione con la Protezione Civile della Regione Marche e con la Marina Militare, si è proceduto all’individuazione dei siti più idonei per l’installazione della rete, avvenuta dal 13 al 15 novembre. Le stazioni sono state posizionate in corrispondenza di piani terra, scantinati e cortili di edifici pubblici (scuole e università, centri sportivi, chiese) e privati da personale INGV afferente alle sedi di Ancona, Roma, L’ Aquila, Milano e Napoli (Figura 1)”, spiegano gli esperti.

stazioni sismiche CMA05-CMA15
Figura 1. Fotografie dei siti ospitanti le 11 stazioni sismiche CMA05-CMA15 con dettagli sulla strumentazione utilizzata, sulla tipologia di terreno e sulle operazioni di installazione da parte del personale INGV appartenente al Gruppo Operativo EMERSITO.

In Figura 2a è indicata in mappa la posizione delle stazioni EMERSITO sovrapposte alla Carta Geologica Regionale in scala 1 : 10.000 della Regione Marche.

Le litologie che caratterizzano i siti delle stazioni sono le seguenti:

  1. depositi eluvio-colluviali del Sintema del Fiume Musone (CMA08 e CMA09)
  2. formazione dello Schlier (marne e calcari marnosi) (CMA05 e CMA12)
  3. argille azzurre (CMA14)
  4. depositi alluvionali terrazzati del Sintema del Fiume Musone (CMA06, CMA07, CMA11, CMA13)
  5. depositi di frana in evoluzione del Sintema del Fiume Musone (CMA10)
  6. formazione a Colombacci (argille, argille marnose, calcari e arenarie) (CMA15).

In Figura 2bè riportata la registrazione del terremoto di magnitudo Mw 4.2 delle 6:20 italiane del 20 novembre. E’ mostrata la componente orizzontale E-W del sensore velocimetrico alle 6 stazioni che trasmettono i dati in tempo reale a un server di acquisizione dedicato, sito presso la sezione INGV di Grottaminarda. Dai sismogrammi possiamo osservare che la risposta del sito è influenzata dai diversi tipi di substrato affiorante (roccia o sedimenti incoerenti)”, si legge nell’articolo.

terremoto marche 20 novembre 2022
Figura 2. a) Mappa dell’area di studio contenente l’epicentro dell’evento di Mw 4.2 (stella rossa) del 20 novembre (ore 06:20 italiane) e la rete sismica temporanea EMERSITO. Nel pannello a destra, le stazioni EMERSITO e la stazione accelerometrica permanente di Ancona (ANB) sono sovrapposte alla carta geologica regionale della Regione Marche; b) componente orizzontale E-W del moto del suolo registrata dalle 6 stazioni velocimetriche che trasmettono in tempo reale, CMA05-CMA10 (evidenziate in neretto nel pannello in alto a destra). In grigio è evidenziata la finestra che include i primi arrivi (fase Pg) alle diverse stazioni. Si noti la differente risposta delle stazioni in funzione della natura geologica del substrato: le ampiezze maggiori risultano per le stazioni CMA10 (depositi di frana) e CMA07 (depositi alluvionali) con durate maggiori dello scuotimento e lo sviluppo di onde a bassa frequenza.

“Le ampiezze maggiori risultano per le stazioni CMA07, installata su depositi colluviali, e CMA10, installata sulla frana di Ancona caratterizzata da sedimenti incoerenti e rimaneggiati di scarse proprietà meccaniche. Per entrambe le stazioni, ma è particolarmente evidente per la CMA10, si osserva anche una maggiore durata dello scuotimento e un contenuto rilevante di onde a bassa frequenza nella coda dei sismogrammi rispetto alle altre stazioni”, concludono gli esperti.

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