Almeno 4 mila persone sono già state evacuate in India dall’area di Joshimat, nello stato himalayano dell’Uttarakhand, dopo che il governo l’ha dichiarata “a rischio subsidenza” e ha ordinato a tutti i residenti, circa 25mila, di abbandonare le case. Le operazioni di ricollocamento delle famiglie proseguono, mentre la più recente ricognizione aerea ha mostrato questa mattina che, lungo le pendici della montagna su cui si trova il centro abitato, a 1.890 metri di altitudine, continua lo smottamento.
Oltre 600 case hanno crepe, mentre risultano danneggiati anche i piloni della vicina cabinovia di 4 chilometri, una delle più lunghe di tutta l’Asia, che raggiunge la località sciistica di Auli. Joshimath si trova sullo snodo stradale per le località di Badrinath e Hemkund Sahib, siti di due pellegrinaggi indu e sikh, che attraggono ogni anno migliaia di devoti.
L’allarme è scattato la settimana scorsa, quando le prime case hanno iniziato a mostrare crepe e i residenti si sono terrorizzati per gli scricchiolii delle pareti. La città, 490km a nord-est di New Delhi, ospita anche un’importante base militare e una strada che conduce al confine conteso con la Cina. Ancora ignote le cause della subsidenza, per la quale è stata costituita una speciale commissione di esperti. Molti residenti additano i cantieri di una mega strada percorribile tutto l’anno, che dovrebbe migliorare l’accesso ai siti religiosi, un progetto turistico tra i più cari al Premier Modi, e i tunnel di una nuova centrale idroelettrica in costruzione: i lavori in entrambi i cantieri sono stati bloccati.