Non migliorano le condizioni di Joshimat, la città dello stato himalayano dell’Uttarakhand dichiarata ieri dal governo “a rischio subsidenza“. Il terreno su cui è edificata continua a franare: tutti i residenti, circa 25mila persone, hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni. Col passare delle ore gli edifici mostrano crepe sempre più profonde, scricchiolano e rischiano da un momento all’altro di accartocciarsi su se stesse.
Le case definite “impraticabili“, e marcate con una croce rossa dagli addetti della Protezione Civile sono già 678 e per tutte loro si prefigura la demolizione. Stessa sorte per due hotel, che nelle ultime ventiquattro ore si sono lentamente, ma inesorabilemente avvicinati l’uno all’altro.
Oggi la popolazione si è ritrovata per manifestare sotto la sede della NTCP, la compagnia statale dell’energia termoelettrica indiana, accusata di avere aggravato la situazione con il nuovo impianto in costruzione a Tapovan-Vishnugad, anche se la NTPC, il più grande produttore di energia del paese, aveva già affermato nei giorni scorsi che i tunnel in fase di realizzazione non passano sotto il centro abitato.