“Premetto che di questa polemica ne avrei fatto volentieri a meno: ma un attacco così diretto al vino è un attacco a uno dei simboli del nostro Paese. Fare di tutta un’erba un fascio, paragonando il vino all’amianto o al fumo, non rende giustizia a un prodotto che fa parte della nostra storia e che anche noi medici dobbiamo tutelare. Le etichette come in Irlanda? Sarebbe come deturpare un’opera d’arte. Non è la mia materia questa volta e nemmeno per la professoressa Viola. Mi sembra che abbia sconfinato. E poi, mi chiedo perché non si fa la stessa crociata contro zucchero, burro, bibite gassate, merendine o cibi da fast food che fanno molto peggio di un bicchiere di Pinot nero?“. Queste le parole, affidate ad un post su Facebook, dell’infettivologo Matteo Bassetti, che torna così sulle polemiche dopo le affermazione dell’immunologa Antonella Viola sui rischi cancerogeni legati al vino.
“Premesso, naturalmente, che bisogna combattere abusi ed eccessi, lo studio citato dalla Viola sul cervello più piccolo di chi beve suscita molte perplessità. Che un consumo saltuario di vino riduca le dimensioni del cervello mi lascia scettico: si tratta, peraltro, di uno studio svolto in Inghilterra, paese dove si consuma per lo più birra o superalcolici, pubblicato su ‘Nature’, che prende in esame 30mila persone. Un lavoro criticatissimo, anche da molti ricercatori,” ha sottolineato Bassetti. “Io sono sempre cauto rispetto agli studi sui fattori di rischio, e anche noi ne conduciamo tantissimi: perché spesso vengono fuori cose che non ti spieghi se non tieni conto di tante altre variabili, soprattutto quando vai a ragionare su grossi database. Insomma ci vuole uno studio prospettico, che prenda in esame anche gli stili di vita di queste persone e le eventuale altre malattie, o di che tipi di alcolici assumono, eccetera. Altrimenti passano messaggi sbagliati. L’etanolo è comunque cancerogeno dopodiché ci sono altre sostanze che ne potenziano l’effetto negativo, come zuccheri o conservanti. E poi, attenzione: non c’è evidenza che il vino faccia male, né che una quantità minima faccia venire il cancro. L’abuso, ovviamente, è sbagliato. Così come è sbagliato che lo Stato venda le sigarette, e sarei d’accordo nel mettere le etichette sui superalcolici, dannosi”.
“Non tutti i prodotti sono uguali. Io ho vissuto in Friuli, ho visto l’amore nel produrre vini di qualità con pochi additivi e pochi solfiti. Siamo davvero convinti che facciano male come quelli preparati con le bustine nella Valle del Reno?“, ha concluso Bassetti.