A causa di una frana cominciata il 19 gennaio scorso, il sindaco di Potenza, Mario Guarente, ha ordinato lo sgombero di otto edifici situati in contrada “Cerreta”: il provvedimento riguarda diverse famiglie, per un totale di 33 persone. A seguito delle “abbondanti piogge” dei giorni scorsi, si è verificato nella contrada “un notevole smottamento di terreno, con scivolamento di detriti riversatisi lungo la strada privata ad uso pubblico e la strada provinciale 84 per il comune di Ruoti”.
L’ordinanza, che stabilisce lo “sgombero immediato” degli edifici, vieta il transito nella zona e la “coltivazione e lavorazione del terreno soprastante il fronte della frana, in cui sono evidenti le fratture del terreno in movimento e che aggraverebbe la situazione di pericolo”.
La piena del Sinni rompe condotta: Senise senz’acqua
Da sei giorni, si vivono enormi disagi a Senise, in provincia di Potenza, a causa della rottura della condotta idrica che serve l’abitato. Il danno all’infrastruttura è stato provocato dalla piena del fiume Sinni, fortemente ingrossato dalle precipitazioni. La forza dell’acqua ha fatto cadere dei piloni, facendo venire meno la funzionalità dell’infrastruttura. Il Comune è senza acqua, fatta eccezione per il servizio sostitutivo di Acquedotto Lucano con autobotti o con parziali erogazioni alternate in alcune parti dell’abitato.
È un paradosso perché a Senise c’è Montecotugno, la più grande diga in terra battuta d’Europa che rifornisce di acqua anche la Puglia per gli approvvigionamenti potabili, irrigui e industriali. Proprio Senise sta soffrendo la mancanza d’acqua. I tecnici di Acquedotto Lucano stanno ancora lavorando per il ripristino della rete interrotta ma l’interruzione si sta protraendo da troppo tempo. Oggi si è tenuto un vertice in Prefettura. Il sindaco di Senise, Giuseppe Castronuovo, sollecita soluzioni rapide. Anche la Regione è stata interessata nella vicenda per le competenze in materia di infrastrutture e di protezione civile.
Maltempo, assessore: “stiamo intervenendo su emergenze dei fiumi”
Le piene dei fiumi, con allagamenti nelle campagne e l’emergenza idrica a Senise, e le frane in alcuni Comuni lucani sono le emergenze che sindaci e Regione stanno affrontando come conseguenze del maltempo di questi giorni ma più in generale della fragilità del territorio e del dissesto idrogeologico. Il monitoraggio dei fiumi e il ripristino della loro officiosità, liberando gli alvei da accumuli di detriti, si sono posti come situazioni prioritarie in questi giorni di difficoltà, acuite dalle precipitazioni.
”Stiamo affrontando delle emergenze – dice all’Adnkronos l’assessore regionale all’ambiente Cosimo Latronico – con interventi a carattere di urgenza. A Senise la piena del fiume Sinni ha divelto l’unica adduttrice che serve l’abitato. Con Acquedotto Lucano abbiamo attivato una condotta rurale per un’erogazione chiaramente limitata perché non può avere la portata della condotta principale. Per l’adduttrice divelta c’è una ditta che sta facendo dei lavori e degli scavi per giungere a un ripristino del servizio idrico ordinario entro qualche giorno”. Nella seduta di oggi del Consiglio regionale, Latronico ha annunciato un prossimo sopralluogo per verificare le attività in corso d’opera.
‘‘Sulla questione dei fiumi, c’è il punto dolente dell’officiosità dei corsi d’acqua – ha detto ancora l’assessore all’ambiente della Regione Basilicata Cosimo Latronico – perché i processi autorizzativi sono complessi. Il dipartimento ambiente ha effettuato un primo blocco di interventi, anche questi urgenti, per evitare situazioni critiche ma il problema non si risolve facilmente perché intervenire in alveo non è semplice né automatico. In Consiglio regionale ho assunto l’impegno di convocare a stretto giro un tavolo trasversale, con il coinvolgimento degli altri dipartimenti regionali e dell’Autorità di bacino distrettuale meridionale. Insieme – ha detto ancora Latronico – occorre fare un ragionamento condiviso sulla necessità di superare i problemi autorizzativi”. Questioni, sottolinea Latronico, che riguardano ”il tema molto più ampio del governo dell’acqua che non è soltanto una questione regionale”.