Nebbia sul Pian Grande, la galaverna trasforma i fiori in ghiaccio a Castelluccio | FOTO

Il fenomeno della galaverna, della nebbia che congela, si è ripetuto quotidianamente in questi giorni di alta pressione sul Centro Italia
  • nebbia galaverna castelluccio norcia
    Foto Gianluigi Basilietti / Ansa
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MeteoWeb

Uno spettacolo della natura sta caratterizzando in questi giorni il Pian Grande di Castelluccio di Norcia: si può ammirare nelle prime ore della mattina, quando le temperature sul borgo terremotato dei Monti Sibillini scendono sotto zero. È il fenomeno della galaverna, della nebbia che congela, che si è ripetuto quotidianamente in questi giorni di alta pressione sul Centro Italia.

Nel periodo invernate, infatti, in presenza di bel tempo, sulla grande piana di Castelluccio persiste quasi tutto il giorno la nebbia: la persistente umidità, ghiacciandosi, si deposita sulle piante, creando un paesaggio imbiancato.

Per monitorare nel modo migliore possibile la situazione meteo in tempo reale, di seguito forniamo un elenco delle pagine con tutte le informazioni utili per seguire il nowcasting meteorologico minuto per minuto:

Che cos’è la galaverna

L’origine etimologica del termine è per metà germanica/longobarda e per metà latina, proviene dalla nebbia (“cala” di “calìgo”) che si congela (“hibernus”). E’ uno dei più spettacolari fenomeni meteorologici invernali ma anche uno dei meno conosciuti e comuni.

Tecnicamente la galaverna è la precipitazione determinata dalla nebbia ghiacciata. Molto spesso, infatti, la nebbia provoca pioviggini simili ad “aerosol”; quando le temperature sono sotto lo zero, queste pioviggini sono composte da piccoli aghetti di ghiaccio che si posano soprattutto sull’erba, sugli alberi e nelle campagne, dando l’effetto della neve.

Fenomeno raro, ma non rarissimo, in pianura Padana, è molto frequente in montagna sia sulle Alpi che, soprattutto, su tutto l’Appennino dove capita molto spesso che la nebbia lasci questo coreografico strato di ghiaccio bianco posato sulla vegetazione.

Le piccolissime goccioline di vapore sospeso in aria che accompagnano ogni fenomeno di nebbia, quando le temperature sono sottozero, si congelano, rendendo ancor più affascinante il paesaggio.

In caso di forte vento, capita di avere accumuli di ghiaccio anche trasversali, per diversi centimetri, non solo nelle campagne e sugli arbusti, ma anche sui pali della luce e nei ripetitori. La base di accumulo è infatti la più strana e varia e molto spesso dipende dalle condizioni atmosferiche che accompagnano la nebbia.

Solitamente la galaverna si posa sui fili d’erba più alti, sui rami più esterni degli alberi, ma anche sui fili stesi ed alle linee aeree dell’alta tensione, sulle rocce sporgenti, sulle croci di vetta, arriva addirittura a posarsi sulla barba, sui capelli e sulle sopracciglia dell’escursionista che si trova di passaggio in mezzo a questa fredda nebbia.

Se la ventilazione è debole, questo accrescimento è regolare, ed i cristalli sono di notevole bellezza e simmetria, molto simile alla logica dell’esagono che genera il fiocco di neve nelle nubi. Se lo strato è in movimento sostenuto, come può succedere col vento alle quote montane più alte, il deposito è più irregolare, e crea sugli oggetti formazioni di ghiaccio ugualmente vistose, ma di forma appuntita irregolare, di un colore bianco più opaco, di solito sottovento alla direzione di arrivo della nebbia.

La comparsa della galaverna nelle zone di pianura è solitamente indice di tempo stabile, anticiclonico, con temperature basse e assenza di nubi.

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