La cometa ZTF arriva da lontano, da lontanissimo, da quella che è considerata la ‘culla’ delle comete: la nube di Oort. “Nel 1950 – spiega il sito dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) – l’astronomo olandese Jan Oort teorizzò l’esistenza di una gigantesca nube di detriti cosmici, oltre i confini dell’eliosfera e solo debolmente legata al Sole, che potesse spiegare il continuo passaggio di nuove comete nei pressi del Sole. La nube di Oort dovrebbe essere una regione di spazio sferica che definisce il confine cosmografico del Sistema Solare, estendendosi fino a 3,2 anni luce dal Sole. Gli astronomi ritengono che potrebbe contenere i residui rocciosi risalenti addirittura alla nube proto-planetaria da cui si sono formati i pianeti del Sistema Solare, ben 4,5 miliardi di anni fa. Questi detriti, asteroidi e corpi rocciosi più piccoli, sarebbero stati espulsi dal Sistema Solare durante la sua formazione, a causa dell’interazione con i pianeti giganti gassosi come Giove e Saturno che, nella loro formazione, iniziavano ad alterare l’equilibrio gravitazionale del sistema”.
“Si ritiene – prosegue l’INAF – che l’interazione con le altre stelle del cluster a cui appartiene il Sole, in uno dei bracci esterni della Galassia, possa di tanto in tanto ‘scalzare’ una di queste rocce dal loro sonno eterno e farle ricadere inesorabilmente, sotto l’azione gravitazionale del Sole, verso il centro del Sistema Solare. Qui, incendiate di calore, si trasformano nello straordinario fenomeno astronomico che, dal tempo di Aristotele, prende il nome di cometa“.