Nel corso di un mese e mezzo di proteste contro il governo in Perù, la regione di Cusco e in particolare la zona di Machu Picchu, la città perduta degli Inca conosciuta nel mondo, è stata al centro delle manifestazioni, con ripetute interruzioni dei collegamenti ferroviari verso la cittadella. Le notizie che arrivano dalla zona indicano che fra i circa 300 turisti bloccati a Machu Picchu, a causa dell’interruzione del trasporto ferroviario, c’è anche un gruppo di italiani. Si tratta, secondo quanto si apprende, di un numero imprecisato di persone che avevano passato la notte nel sito dopo aver visitato la cittadella e che sono in contatto con le autorità italiane.
I turisti “non possono andarsene perché la ferrovia è stata danneggiata in diversi punti”, ha detto il Ministro del Turismo, Luis Fernando Helguero, aggiungendo che “alcuni turisti hanno deciso di camminare fino a Piscacucho, ma ci vogliono sei ore o più e poche persone possono farlo”. Piscacucho è il villaggio più vicino a Machu Picchu collegato alle strade. “Non sappiamo se un treno ci verrà a prendere. Tutti i turisti qui stanno facendo la fila per registrarsi” per l’evacuazione, ha detto alla France presse un turista cileno.
Già il 14 dicembre scorso, centinaia di turisti erano rimasti bloccati nella regione dai blocchi stradali organizzati dai manifestanti, fra cui quattro ragazze italiane che, grazie all’intervento dell’ambasciata d’Italia, sono prima state portate in una locanda e poi trasferite all’aeroporto internazionale di Cusco. Per quanto riguarda i disagi odierni, si è appreso che il gruppo ha pernottato in un albergo ed ora è in contatto con la Farnesina in attesa che le squadre di operai della concessionaria Ferrocarril Transandino riparino i binari danneggiati nella tratta Urubamba-Ollantaytambo-Machu Picchu. Fra i turisti italiani bloccati ci sarebbero due o tre persone che lavorano nel settore dei media.
Intanto sale a 54 il numero delle vittime delle proteste contro il governo iniziate il 10 dicembre scorso. Un manifestante è morto oggi negli scontri scoppiati con la polizia a Ilave, nella regione di Puno, nel sud del Perù. Lo riporta l’emittente locale Rpp, precisando che Puno è la regione con il maggior numero di morti, pari a 23.
AGGIORNAMENTO
Gli italiani che erano rimasti bloccati a Machu Picchu sono ripartiti per la cittadina di Cuzco, dove arriveranno utilizzando un treno e un bus. Lo ha fatto sapere la Farnesina, che segue la situazione attraverso l’ambasciata italiana in Perù. Non sono stati resi noti i numeri delle persone coinvolte e nemmeno il motivo della loro permanenza nella zona che il governo ha deciso di chiudere per proteggerla dalla vasta ondata di proteste antigovernative che interessa il Paese sudamericano da diverse settimane. In tutto, i cittadini stranieri bloccati ad Aguas Calientes erano alcune centinaia, ma a quanto risulta gli italiani sarebbero non più di una dozzina e non si tratterebbe di turisti. Cuzco dista dalla capitale Lima, che si trova sul mare, oltre 1000 chilometri.