Peste suina: “zona rossa” allargata a 5 Comuni in Liguria

Oltre a 4 Comuni del genovese e uno del savonese, in zona rossa per la peste suina entra anche una parte del Comune di Dego, nel Savonese
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La zona rossa per la peste suina africana sarà allargata ai Comuni genovesi di Fascia, Gorreto, Propata, Rondanina e al Comune savonese di Giusvalla. È la decisione del Ministero della Salute annunciata dal vicepresidente della Regione e assessore regionale alla Caccia Alessandro Piana in Consiglio regionale esprimendo il parere della Giunta su una mozione e un ordine del giorno presentati da Forza Italia e Lega sul tema. I documenti sono stati approvati con 14 voti favorevoli (l’intero centrodestra), 2 astenuti (il gruppo Pd-Articolo Uno) e un contrario (M5S). 

La mozione del capogruppo Claudio Muzio (Forza Italia) impegna la Giunta Toti “a stimolare in sede di Conferenza Stato-Regioni un’iniziativa governativa e/o parlamentare che, surrogando la legge 157 dell’11 febbraio 1992 consenta quanto prima ai responsabili a livello territoriale dell’ordine pubblico di porre in essere misure adeguate a contrastare efficacemente la proliferazione e l’invasione di ungulati che anche la Liguria si trova da tempo a subire”. L’ordine del giorno del consigliere Alessio Piana (Lega) impegna la Giunta Toti “a chiedere con forza al commissario straordinario per la peste suina africana e al Governo di rivedere l’ordinanza numero 4 del 22 giugno 2022, al fine di prevedere misure più efficaci nell’affrontare il problema della sovrappopolazione dei cinghiali”.  

Oltre ai cinque Comuni indicati, in zona rossa entra anche una parte del Comune di Dego, nel Savonese, quella ad est della strada provinciale 29. 

Secondo il consigliere della Lega Alessio Piana è necessario “chiedere con forza al Commissario straordinario per la Peste suina africana misure più efficaci per risolvere il problema della sovrappopolazione dei cinghiali in Liguria. Le disposizioni legate alle attività dei volontari nella gestione dell’emergenza devono essere semplificate. Inoltre, occorre disporre urgentemente interventi straordinari per avviare rapidamente le attività di controllo e depopolamento del cinghiale; deroghe al divieto di consumo delle carni per consentire l’autoconsumo, stanziamenti economici adeguati per affrontare questa situazione straordinaria. A un anno dall’inizio dell’emergenza non sono state ancora avviate azioni efficaci per l’abbattimento dei cinghiali. Pertanto, anche in funzione dell’allargamento della ‘zona rossa’, che preoccupa fortemente, non si può aspettare oltre”. 

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