Saccoccia (ASI): “l’ESA ha garantito un astronauta italiano sulle missioni lunari Artemis”

Strumenti italiani per esplorare Marte e Giove: il Presidente Saccoccia spiega i programmi più rilevanti dell'ASI per il 2023
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L’Agenzia spaziale europea (ESA) “ci ha garantito che un astronauta italiano avrà uno slot sul Gateway lunare Artemis“. Lo ha affermato il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Giorgio Saccoccia, nel corso della conferenza stampa in cui ha presentato i programmi più rilevanti dell’ASI per il 2023. Saccoccia ha spiegato che il calendario dei voli “è ancora da definire anche in relazione alle presenze sulla Stazione Spaziale Internazionale” ma che sicuramente ci sarà uno degli astronauti italiani.  

Per quanto riguarda le nuove leve italiane degli astronauti europei presentati al vertice ministeriale dell’ESA del dicembre scorso, il Presidente dell’ASI ha specificato che sono degli astronauti ausiliari, ossia non appartengono ancora al corpo degli astronauti dell’ESA ma “potranno essere utilizzati nella misura in cui verranno generate delle opportunità di volo”. 

Saccoccia: “aperto il dibattito sulla possibilità di lanciatori europei con astronauti” 

Italia, Francia e Germania stanno facendo tutto quello che serve perché l’Europa continui ad avere l’indipendenza dell’accesso allo spazio“, ha detto Saccoccia, che ha ammesso le difficoltà per arrivare alla nuova generazione lanciatori, specialmente quell’Ariane 6 che dovrebbe essere il nuovo vettore di grossa taglia della famiglia dei lanciatori europei, mentre il Vega rimane leader nei lanciatori di piccola taglia. Una situazione che per l’Italia si è complicata dopo il fallimento a inizio dicembre del primo volo commerciale del Vega C e su cui sta indagando una commissione indipendente nominata dell’ESA. “Speriamo che torni a volare quanto prima“, ha affermato Saccoccia.  

Nel consiglio dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) si è aperto il dibattito sulla possibilità che l’Europa abbia anche l’accesso indipendente allo spazio per il volo umano. Un tema che investe anche la capacità di poter allunare con un veicolo tutto europeo“, ha detto Saccoccia, spiegando che si tratta di una riflessione che va al di là del mondo spaziale e che “verrà fatta in un summit politico a fine anno”.  

Il Presidente dell’ASI ha poi spiegato che sul lander lunare i ruoli industriali italiani non sono ancora definiti e che ci vorrà ancora molto lavoro preparatorio per farlo. Saccoccia si è detto certo che “in ogni caso per l’industria europea il ritorno sarà enorme, non solo dal punto di vista finanziario ma anche da quello delle capacità tecnologiche”.  

“Lo spazio italiano è sostenibile” 

La sostenibilità delle missioni spaziali deve essere end to end, dall’inizio alla fine”, ha detto Saccoccia, spiegando che le missioni italiane e quelle dell’Agenzia Spaziale Europea adottano tutte le cautele affinché siano sostenibili, “a partire dalla vita operativa del satellite e dalla definizione di un’orbita pulita a fine missione, fino al rientro sostenibile“. Tutto questo – ha aggiunto – ha un costo di progettazione, ma è necessario. “Il problema – ha concluso il Presidente dell’ASI – è la mancanza di una regolamentazione internazionale accettata da tutti”.  

Strumenti italiani per esplorare Marte e Giove  

Parlano italiano gli strumenti destinati a esplorare Marte, visitare le misteriose lune di Giove coperte di ghiaccio, andare a caccia del lato sconosciuto dell’universo: sono alcune delle missioni di esplorazione spaziale che prenderanno il via nel 2023 e alle quali l’Italia contribuisce con la sua tecnologia e la sua industria. Il primo appuntamento sarà id an aprile, con il lancio della missione Juice (JUpiter ICy moons Explorer) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), diretta alle lune di Giove Ganimede, Europa e Callisto, che sotto la loro superficie ghiacciata nascondono acqua liquida e che, forse, potrebbe ospitare forme di vita. Il 20 gennaio il veicolo lascerà l’Europa per la base europea di Kourou (Guyana Francese) e dopo sette anni viaggio, nel 2030, arriverà a destinazione.  

Degli 11 strumenti di bordo forniti da sette Paesi, il contributo maggiore è italiano, con il sistema di telecamere Janus realizzato con l’Università Parthenope di Napoli, il radar Rime realizzato con l’Università di Trento che scruterà sotto i ghiacci e 3Gm, messo a punto con l’Università Sapienza di Roma, che misurerà l’estensione dei mari nascosti.  

È previsto non prima di settembre il lancio di Euclid, il satellite dell’ESA per studiare materia ed energia oscure, con un forte contributo di Italia e Regno Unito. In entrambi i progetti svolge un ruolo importante l’industria italiana, con Leonardo e Thales Alenia Space (Thales-Leonardo), così come è coinvolta nella missione ExoMars, nella quale “dopo il via della Ministeriale ESA del novembre 2022, ora le attività riprendono a pieno ritmo”, ha detto Saccoccia. “I tempi della nuova missione sono stretti”. Poiché dopo la rottura della collaborazione fra ESA e Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina è stata avviata una collaborazione con la NASA, “adesso abbiamo bisogno della formalizzazione da parte degli Stati Uniti della disponibilità per quanto riguarda le risorse. Il budget sarà definito nella seconda metà del 2023″. 

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