Le sorgenti del Monte Fuji sgorgano da grandi profondità: indizi dalle concentrazioni di elio e vanadio

Un team di scienziati ha ricostruito il percorso delle sorgenti del Monte Fuji, tramite un flusso verticale fornito dalla struttura tettonicamente più attiva del Giappone
MeteoWeb

La vasta rete di acque sotterranee e sorgenti d’acqua dolce del Monte Fuji, che ha fornito acqua potabile per millenni alle popolazioni giapponesi e per questo è una delle “tre montagne sacre” del Paese, è alimentata da falde acquifere profonde. Lo ha dimostrato secondo uno studio pubblicato oggi su Nature Water. La ricerca è stata realizzata con nuove tecniche di tracciamento idrologico che possono aiutare la nostra comprensione del declino della qualità dell’acqua dalla montagna.

Il Monte Fuji in Giappone ha fornito per secoli l’acqua potabile a milioni di persone, guadagnandosi il titolo locale di “montagna d’acqua“. Si credeva che le sorgenti di Fuji fossero alimentate esclusivamente da falde acquifere poco profonde vicino alla superficie terrestre. Tuttavia, tutti i precedenti modelli non sono mai riusciti a spiegare la complessa idrogeologia del Fuji e il recente declino della qualità dell’acqua, che si ritiene sia collegato all’inquinamento delle acque sotterranee.

I metodi convenzionali per il monitoraggio del livello delle acque sotterranee e i classici traccianti idrologici (sostanze aggiunte o naturalmente presenti nelle acque sotterranee per osservare i flussi e la miscelazione) non sono stati in grado di rilevare la miscelazione verticale delle acque sotterranee a diverse profondità nella montagna. Per studiare la potenziale miscelazione verticale, il prof. Oliver Schilling e i suoi colleghi ricercatori hanno utilizzato tre traccianti naturali non convenzionali: elio, vanadio e DNA ambientale (eDNA). Usando una combinazione di questi traccianti, gli autori hanno quindi presentato la prova dei contributi profondi delle acque sotterranee. Gli autori propongono l’idea che la Fujikawa-kako Fault Zone, la struttura tettonicamente più attiva del Giappone, possa fornire un percorso per il flusso verticale dell’acqua, in base alle concentrazioni di elio trovate nelle sorgenti. Le elevate concentrazioni di vanadio nelle sorgenti possono essere spiegate con la risalita di acque sotterranee profonde con un lungo tempo di flusso.

I risultati dimostrano il contributo delle acque sotterranee profonde alle sorgenti del Fuji. La comprensione di questi percorsi e flussi può informare la prevenzione e la gestione della contaminazione delle acque sotterranee e delle sorgenti, concludono gli autori.

Monte Fuji
Condividi