Si fa sempre più concreta la possibilità che si verifichi a breve una tempesta geomagnetica: 2 espulsioni di massa coronale (CME, immagini SOHO di seguito) sono in rotta verso la Terra, entrambe proiettate nello Spazio dal Sole durante il fine settimana, dalla zona in cui è presente la macchia solare AR3229.
Le nubi di particelle cariche arriveranno una dietro l’altra tra 27 e 28 febbraio, e potrebbero innescare tempeste geomagnetiche classe G2, secondo i previsori dello Space Weather Prediction Center della NOAA. Durante tali eventi, le aurore possono apparire negli Stati Uniti fino all’estremo Sud, ad esempio, in Idaho e New York.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.