L’allerta tsunami per il terremoto di oggi in Turchia

Il Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’INGV ha inviato un messaggio di allerta ai Paesi dell’area euro-mediterranea che hanno sottoscritto i servizi del CAT dopo il terremoto di oggi in Turchia
MeteoWeb

Subito dopo il terremoto avvenuto alle ore 02:17 italiane del 6 febbraio 2023 di magnitudo Mw 7.9, il Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’INGV ha inviato al Dipartimento di Protezione Civile (DPC) un messaggio di allerta tsunami per tutte le coste del Mediterraneo. Il messaggio è stato poi diramato immediatamente dal DPC a tutte le componenti del sistema nazionale di protezione civile. Allo stesso tempo il CAT, in qualità di Tsunami Service Provider (TSP) dell’area NEAM (North-Eastern Atlantic, Mediterranean and connected seas), ha inviato il messaggio di allerta ai Paesi dell’area euro-mediterranea che hanno sottoscritto i servizi del CAT. La procedura, infatti, per terremoti di questa entità (M>=7.5) prevede che l’allertamento venga esteso a tutte le coste del Mediterraneo”. Lo riporta Alessandro Amato (responsabile CAT) in un articolo pubblicato sul blog INGVterremoti.

Il messaggio di allerta è stato inviato dal CAT 8 minuti dopo il tempo origine del sisma, indicando una magnitudo Mw pari a 7.9. Anche il KOERI (TSP della Turchia) ha diramato un messaggio di allerta dello stesso tenore 15 minuti dopo il terremoto, indicando una magnitudo pari a 7.5.

Sebbene l’epicentro del terremoto sia avvenuto ad oltre 80 km dalla costa, l’estensione della faglia per un evento di questa magnitudo (stimata in circa 200 km) fa sì che possa manifestarsi una deformazione del fondale marino, con conseguente tsunami. In seguito, l’analisi dei dati del livello del mare ai mareografi più prossimi all’epicentro ha mostrato l’effettiva presenza di uno tsunami nel Mar Mediterraneo orientale. Per questo motivo il CAT ha diramato un secondo messaggio (di conferma), che indica appunto che uno tsunami si era effettivamente prodotto (Fig. 1 e 2).

Analisi successive hanno evidenziato l’assenza di altre anomalie significative nei mareografi greci e italiani. È stato così deciso di cancellare l’allerta alle 7:02 (ora italiana).

tsunami terremoto turchia 6 febbraio 2023
Fig. 1 – La registrazione del mareografo di Iskenderun, posto vicino all’epicentro, in cui si vede il segnale dello tsunami. Il mareografo ha poi smesso di funzionare.
tsunami terremoto turchia 6 febbraio 2023
Fig. 2 – La registrazione di 24 ore al mareografo di Erdemli. Le variazioni di lungo periodo sono dovute alla marea. A partire dalle 1:30 si vede il segnale dello tsunami.

Per quello che riguarda la pericolosità, anche “piccoli” tsunami che arrivano sulle coste con altezze di soli trenta o quaranta centimetri possono essere molto pericolosi per le persone: al loro arrivo hanno, infatti, velocità anche di quaranta chilometri l’ora, sufficienti per far cadere a terra e trascinare in mare qualsiasi adulto”, continua Amato.

Come funziona l’allerta tsunami

Le procedure di allertamento avvengono all’interno di un sistema internazionale coordinato dall’UNESCO, utilizzando criteri e procedure comuni a tutti i paesi. In questo quadro, il CAT-INGV esegue, per ventiquattro ore al giorno e sette giorni su sette, il monitoraggio dei terremoti che avvengono all’interno del bacino del Mediterraneo.

La gravità del livello di allerta dipende quindi dalla magnitudo del terremoto, dalla posizione e profondità dell’ipocentro e dalla distanza rispetto all’epicentro di ciascun “forecast point” (FP), un insieme di punti predefiniti posizionati nei principali porti e lungo le coste della penisola Italiana e del Mediterraneo.

Per definire in tempi molto veloci il livello di allerta viene utilizzata uno schema riassunto dalla matrice decisionale in Fig. 3. La rapidità della definizione dell’allerta è fondamentale perché in mare aperto uno tsunami può, infatti, raggiungere e superare la velocità di 800 km/h, in altre parole in un solo minuto l’onda può percorrere quasi quattordici chilometri, raggiungendo le coste in tempi brevissimi, specie quando la sorgente sismica (cioè la faglia che genera il terremoto) è vicina alla costa. I colori della matrice (verde, arancione e rosso) rappresentano i livelli di allerta che vengono assegnati ai forecast points immediatamente dopo un evento potenzialmente tsunamigenico.

allerte tsunami
Fig. 3 – Matrice decisionale per la definizione delle allerte. La matrice decisionale è uno strumento che serve a definire in modo coerente gli scenari di evento per un possibile tsunami e prendere le decisioni in modo rapido, secondo criteri scientificamente validi, evitando valutazioni arbitrarie.

La localizzazione ipocentrale di un terremoto e la magnitudo, che sono alla base del sistema decisionale della matrice, sono due parametri importantissimi per valutare se un certo terremoto può generare uno tsunami. Tuttavia, le caratteristiche degli tsunami dipendono da numerosi altri fattori, quali il meccanismo focale del terremoto (il tipo di movimento dei blocchi di faglia), lo spostamento verticale del fondo del mare e la conformazione del fondale marino incontrato dalle onde sul loro percorso che, soprattutto vicino alla costa, può notevolmente modificare gli effetti dello tsunami.

Pertanto, le valutazioni dei livelli di allerta ai vari forecast points possono anche differire da quelle reali, dando luogo a falsi allarmi o a situazioni differenti da quelle attese. Non è facile trovate un valido compromesso tra rapidità e accuratezza della stima della potenziale gravità dello tsunami, che possa garantire un’efficace attivazione dell’allertamento e delle misure di Protezione Civile per la gestione dell’emergenza“, conclude Amato.

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