Rinvenuto batterio sconosciuto nel cranio di una donna mummificata del XVIII secolo

La donna mummificata del XVIII secolo presentava le caratteristiche della sifilide, deformazioni ossee e gli studiosi hanno rinvenuto un microbo del tutto sconosciuto per la scienza
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Una donna mummificata del XVIII secolo aveva i segni della malattia della sifilide. Tuttavia nuovi studi scientifici hanno trovato nel suo cervello la presenza di un microbo sconosciuto per la scienza. Anna Catharina Bischoff morì all’età di 68 anni nel 1787, e fu sepolta sotto il pavimento della chiesa del Barfüsser di Basilea difronte al coro ecclesiale. Ma cosa l’avrebbe uccisa? Questa illustre cittadina dell’alta società svizzera, fervente cattolica, a giudicare dal suo ultimo luogo di riposo, è stato davvero colpita dalla sifilide?

La sifilide come causa di morte è stata ipotizzata sulla base dei danni alle ossa e dell’alta concentrazione di mercurio presente in più organi. Le lesioni ossee e i trattamenti al mercurio sono segni diagnostici distintivi dell’infezione sifilitica in archeologia. Eppure sembra che questo non è ciò che l’avrebbe uccisa. Mohamed Sarhan dell’Eurac Research Institute for Mummy Studies e colleghi hanno elaborato una nuova indagine dei suoi resti, conservati attualmente al Museo di Storia Naturale di Basilea. Gli esperti hanno rilevato la presenza di batteri della sifilide, durante lo screening per gli agenti patogeni.

La presenza di un micobatterio nel cranio della donna mummificata

In questa nuovo esame sono stati piuttosto individuati i segni di un’infezione nel suo cervello, causata da un batterio anomalo e sconosciuto. Apparterebbe alla famiglia dei micobatteri non ubercolari, e non si sa come possa aver infettato il cervello della donna. Nei nostri tempi moderni, è ancora imbarazzante ammettere di avere la sifilide. Ma sicuramente oggi è possibile debellarla più facilmente, piuttosto che prima dell’avvento degli antibiotici. La sifilide, caratterizzata dalla comparsa di piaghe, è stata riconosciuta come una malattia venerea a partire dal XVI secolo. Ammettiamolo, confessare di avere la sifilide è ancora motivo di vergogna (i casi congeniti possono insorgere nel feto quando la donna incinta ha la malattia).

Se non trattata, la sifilide si manifesta in genere prima con piaghe genitali. La malattia nel suo avanzamento si diffonde in tutto il corpo, provocando eruzioni cutanee e lesioni invasive. L’infezione successivamente invade tutti gli organi, il sistema nervoso e le ossa. Il cranio del cadavere e le ossa delle gambe sono lesionati per l’avanzata decomposizione. Solamente alcune sezioni ossee mostrano i segni della malattia della sifilide.

Il trattamento del mercurio per guarire dalla sifilide

Oggi, la sifilide è curabile con antibiotici, escludendo alcuni ceppi farmacoresistenti. Ma prima dell’arrivo degli antibiotici, chi si ammalava di sifilide, ricorreva a svariati rimedi, che a partire dal XV secolo includevano l’uso del mercurio. A volte il mercurio veniva somministrato da barbieri. Non bisogna però pensare che l’uso medico del mercurio portasse a miglioramento della malattia. La cura della sifilide è cambiata con i secoli. Si trattava la malattia con unguenti, creme, l’ingestione di dosi di mercurio e, persino, l’inalazione di vapori di mercurio.

A volte la sifilide veniva “trattata”, utilizzando il lassativo Guaiacum (noto anche come “legno sacro“), importato dalla Repubblica Dominicana. Veniva somministrato con un clistere in una stanza riscaldata perché si pensava che si potessero eliminare i “veleni”, tramite la sudorazione.

Una xilografia del 1496 di Sebastian Brandt della Vergine Maria e il Cristo Bambino mostra persone affette da sifilide. Queste persone ritratte nella xilografia ci permettono di immaginare le sembianze di Bischoff (o Byschoff). La donna era stata sepolta in una bara di legno di abete rosso, una delle tre presenti in una tomba sotterranea murata di mattoni nella chiesa di Basilea. La testa e i piedi si sono decomposti, ma il resto del corpo risulta mummificato. Con metodologie di natura genealogica gli esperti hanno ricostruito un albero genealogico femminile che risale di 15 generazioni. Questo rivelò anche che la donna mummificata era la bis-bis-bis-bis-bis-bis-bisnonna di Boris Johnson.

Possibili cause di morte di Bischoff

Le lesioni sul cranio di Bischoff, così come la degenerazione delle costole e delle ossa delle gambe, sono state rilevate da precedenti esami di tomografia computerizzata e analisi istologiche; inoltre, l’analisi tossicologica ha mostrato alti livelli di mercurio in vari organi del corpo.

In seguito a queste analisi è stato possibile ipotizzare che fosse morta di sifilide, o in seguito ad avvelenamento da mercurio, o in alternativa. In alternativa la morte è potuta sopraggiungere per una diagnosi errata di tubercolosi nel Medioevo, o a causa della malattia di Paget, che causa deformazioni scheletriche, come quelle osservate sul suo corpo.

Il trattamento medico al mercurio è la causa della mummificazione della donna

A tal proposito, la presenza del mercurio probabilmente spiega il suo sorprendente stato di mummificazione. Se si può dire che il metallo liquido possa avere avuto qualche effetto, oltre quello di farla ammalare in vita, di sicuro ha reso i batteri responsabili della decomposizione troppo deboli, ed ecco spiegato il motivo della lenta decomposizione.
Per quanto riguarda il Mycobacterium sconosciuto fino ad oggi alla scienza, l’analisi genomica ha rilevato nella donna mummificata “una ricchezza dei geni e di tossine della virulenza”.

Gli studi scientifici hanno mostrato una straordinaria resistenza ai composti del mercurio che dovrebbe suggerire che rappresenta una farmacoresistenza al trattamento del metallo liquido. Questo avvalora la rilevanza dell’insetto che ha decomposto il suo cranio, mentre il deterioramento osseo potrebbe avere altre cause.

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